quali film vedere questo mercoledì 17 aprile?

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Vtutti i film in programmazione questa settimana! Basti dire che l’ordinamento è essenziale per evitare di commettere errori. In Guerra civileAlex Garland segue due reporter di guerra, Kirsten Dunst e Wagner Moura, alle prese con una nuova guerra civile che contrappone due blocchi, i lealisti del presidente degli Stati Uniti contro Texas e California che formano un’alleanza.

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Accanto a questo grande schiaffo destinato a segnare la storia del cinema, proveranno a far bene due thriller molto più modesti ma molto onorevoli: il francese Borgo e l’americano Laroyentrambi recentemente programmati al festival Polar di Reims.

Sulla scia dei film sull’insegnamento, Amal, uno spirito libero racconta la vita quotidiana di un professore di letteratura alle prese con l’islamismo. Dal punto di vista documentaristico, in La macchina da scrivere e altre fonti di seccature, Nicolas Philibert continua il suo lavoro sulla psichiatria, mentre è in L’uomo dai mille volti di Sonia Kronlund, produttrice e giornalista di France Culture, segue le orme di un impostore mitomane e raccoglie le testimonianze di donne mistificate.

Guerra civile ✭✭✭✭✭

Un grido di avvertimento sull’America di oggi

La storia, quella degli abusi indicibili commessi in nome di grandi ideali o di odio fratricida, sarebbe banale se non si svolgesse negli Stati Uniti divisi. Nella nuova guerra civile immaginata da Alex Garland, si fronteggiano due blocchi: le forze fedeli al presidente, e il Texas e la California che hanno formato un’alleanza.

Joel (Wagner Moura) e Lee (Kirsten Dunst), due reporter di guerra che ne hanno visti altri, cercano di raggiungere Washington per intervistare il presidente. Lungo il percorso registrano il decadimento di un Paese. È audace, potente, terrificante. Un grande film politico che è anche un grido d’allarme.

Borgo ✭✭✭✭

La disfatta di una guardia in Corsica

Premio della giuria all’ultimo festival del cinema poliziesco di Reims Polar, Borgo ha fatto molto parlare di sé negli ultimi giorni, e per una buona ragione: ispirato a una storia vera, quella del duplice omicidio di due gangster corsi nel 2017 all’aeroporto di Bastia-Poretta, questo thriller teso esce nelle sale proprio mentre il processo contro il suo il protagonista non è ancora iniziato. In realtà, l’imputata si chiama Cathy Sénéchal, ex guardia della prigione di Borgo (Haute-Corse), sospettata dai tribunali di complicità in questo duplice omicidio e che sarà deferita alla Corte d’Assise di Bouches-du-Rhône tra il 6 maggio e il 6 luglio, insieme a una ventina di persone. La tempistica dell’uscita del film è quindi controversa.

Sullo schermo, il regista Stéphane Demoustier, autore anche della sceneggiatura, adatta liberamente questa storia ancora scottante, con l’incredibile Hafsia Herzi nel ruolo principale. L’attrice interpreta Mélissa, una guardia carceraria del continente recentemente stabilitasi in Corsica con il marito e i figli e che presto simpatizzerà con alcune detenute del centro penitenziario di Borgo. L’amicizia nascente con uno di loro lo porterà gradualmente a oltrepassare la linea rossa che separa i servizi minori dalla partecipazione a un crimine…

Il film avanza in parallelo su due linee temporali prima che si congiungano e il cappio si stringe su questa giovane enigmatica, la cui storia purtroppo non svela mai del tutto le ragioni della sua fascinazione per l’ambiente. A parte questo peccato veniale, restiamo affascinati dal realismo immersivo della descrizione della vita quotidiana carceraria (eppure ben vista e rivista al cinema), dall’eccellenza dell’interpretazione e dal ritmo sostenuto di questo thriller sobrio e avvincente.

LaRoy ✭✭✭

Un po Fargo bello in Texas

Già proiettato al Festival del cinema americano di Deauville (dove è uscito con il premio della critica, il premio del pubblico e il Grand Prix), questo film noir, che non si prende mai sul serio, immerge il povero Ray, un codardo commerciante di ferramenta del Texas, in un inestricabile un sacco di nodi dopo essere stato scambiato per un sicario da uno sponsor che gli aveva dato un contratto nel cuore della notte in un parcheggio. Cornuto dalla moglie (insieme al fratello, comproprietario della sua attività) e allo stremo, Ray cede alle vertigini del crimine e intasca il denaro, sperando di finanziare con la somma il salone di bellezza dei sogni di sua moglie. – e così riconquistarla. Sfortunatamente per lui, uccidere una persona è una questione professionale.

Incredibilmente incredibile, la trama di LaRoy è soprattutto il pretesto per una gustosa galleria di ritratti che realizza una impietosa foto di gruppo sui suoi personaggi, uno più perdente o deficiente dell’altro. Il tono evoca un po’ troppo l’indimenticabile Fargo dei fratelli Coen e rasenta talvolta il processo, ma lo spettacolo, incorniciato in uno splendido cinemascope che sposa le distese texane e i codici del western, va fortunatamente oltre il semplice status di farsa aneddotica. Divertente, divertente ed elegante, LaRoy merita una deviazione nei cinema, anche solo per le brillanti buffonate di Steve Zahn nei panni di un detective privato nerd e di Dylan Baker nei panni di un assassino completamente insolito e mortalmente freddo in questa corsa assurda venata di un piccolo entusiasmo malinconico.
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La macchina da scrivere e altre fonti di seccature ✭✭✭✭

Visite a domicilio

Questo film è l’ultima parte di una trilogia che il documentarista Nicolas Philibert dedica al mondo psichiatrico. Esce un mese dopo Averroè e Rosa Parks dove seguiamo alcuni pazienti soprattutto durante i colloqui con i medici e troviamo alcune persone già viste Sull’AdamantinoOrso d’Oro a Berlino l’anno scorso, che descriveva il funzionamento di un centro di accoglienza diurno allestito su una chiatta parigina.

In La macchina da scrivere…, due abili operatori sanitari, Walid e Jérôme, visitano pazienti poveri che affrontano piccoli problemi pratici. Una macchina da scrivere o un lettore CD che non funziona più, uno studio troppo disordinato e dove bisogna fare spazio… Queste situazioni banali sono un pretesto per uno scambio, una discussione in cui ognuno rivela ciò che lo spaventa, ciò che gli sembra insormontabile nella vita di tutti i giorni. “I pazienti psichiatrici sono spesso molto porosi, non sempre hanno le strategie per proteggersi dalla violenza del mondo”, spiega Nicolas Philibert. Un film spesso divertente, leggero e profondo, che mette in discussione i nostri pregiudizi sulla follia.

Amal, uno spirito libero ✭✭✭

Un insegnante di fronte all’islamismo

Sicuramente non usciamo più dalle aule! Mentre abbiamo appena visto François Civil nei panni di un giovane insegnante accusato di molestie Nessuna onda e Louise Bourgoin che insegna latino Ripetere (per non parlare di La sala degli insegnanti O Il caso Abel Trem), eccoci in un liceo belga dove Amal (Lubna Azabal) cerca di comunicare ai suoi studenti la sua passione per la letteratura. Il suo amore per la libertà di espressione si scontra presto con l’incomprensione degli studenti radicalizzati.

Il regista Jawad Rhalib viene dal documentario e si vede. In uno stile molto naturalistico, con dialoghi in parte improvvisati dai giovani interpreti, mostra come cresce la tensione attorno ad Amal e come la sua libertà di insegnare viene gradualmente minacciata. Un po’ troppo carico di intenzioni, il film riesce tuttavia a conservare alcuni momenti di vera forza, in particolare grazie alla sottile interpretazione di Lubna Azabal. Pensiamo a Samuel Paty, Dominique Bernard e a queste parole dell’attrice: “La scuola deve rimanere un tempio che deve essere protetto. »

L’uomo dai mille volti ✭✭✭

Attenzione all’impostore!

Nel suo documentario che segue un libro, L’uomo dai mille volti, Sonia Kronlund, produttrice e giornalista di France Culture, tenta di dipingere il ritratto di un impostore dalle identità molteplici, da Parigi a Cracovia passando per San Paolo. Ha sconcertato molte donne, una delle quali, una brasiliana, ha presentato una denuncia dopo che i suoi gioielli erano stati rubati.

Tutto parte dalla testimonianza di Marianne, sedotta da questo Ricardo che si autodefinisce chirurgo toracico argentino, di cui diventa compagna. Incinta di lui, si rende presto conto che ha sempre mentito dopo aver visto la cronologia del suo computer che rivela i suoi molteplici insabbiamenti. Lui è a sua volta argentino, portoghese, spagnolo, militare, ingegnere della Peugeot, medico d’urgenza, fotografo e perfino pilota di linea. È un mitomane di cui il regista finisce per mostrare il volto e rischia di violare i diritti d’immagine. Questo Ricardo ama inventare bellissime storie e trasformare la sua vita in un romanzo pieno di sorprese e viaggi d’affari. Un detective trova le sue tracce in un appartamento in Polonia…

In questo insolito documentario, Sonia Kronlund non fa prediche e ricostruisce gradualmente l’enigma dell’esistenza ordinaria di questo manipolatore piuttosto comprensivo che ha devastato i cuori di molte donne, vittime di uno scherzo che cercano di dimenticare.

LE STELLE DEL PUNTO

✩✩✩✩✩: coraggio, scappiamo

✭: russiamo

✭✭: sbadigliamo

✭✭✭: apprezziamo

✭✭✭✭: applaudiamo

✭✭✭✭✭: lo lodiamo al cielo

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