il capo dello Stato si affida alla storia per “trovare qualcosa in comune”

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Emmanuel Macron, durante la cerimonia d’ingresso di Missak e Mélinée Manouchian al Panthéon, a Parigi, il 21 febbraio 2024. CHRISTOPHE PETIT TESSON/AFP

Appena chiuso il “la prima volta” commemorazioni dell’80° anniversario della Seconda Guerra Mondiale, quella del “La resistenza come forma di resilienza”iniziato attorno all’omaggio a Jean Moulin nel 2023 e chiuso con l’ingresso di Missak e Mélinée Manouchian al Panthéon, il 21 febbraio 2024, Emmanuel Macron aprirà, domenica 7 aprile, “seconda volta”quella di “La liberazione come rinascita del Paese”. Nel massiccio del Bornes, in Alta Savoia, il Presidente della Repubblica renderà prima omaggio ai combattenti della resistenza dell’altopiano di Glières, che l’esercito tedesco si era impegnato ad eliminare alla fine di marzo 1944. Poi si recherà a Izieu, nel Ain, per onorare la memoria dei quarantaquattro bambini ebrei rastrellati dalla Gestapo di Lione il 6 aprile 1944, deportati e assassinati ad Auschwitz.

Leggi la storia | Articolo riservato ai nostri abbonati Missak e Mélinée Manouchian entrano al Panthéon dopo una cerimonia commovente e impegnata

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Questo doppio viaggio è solo il primo passo di una lunga serie di commemorazioni, che riempiranno l’agenda presidenziale fino al primo gelo. Il Capo dello Stato celebrerà il 16 aprile la resistenza dell’interno e la macchia del Vercors; poi la Resistenza marsigliese, l’8 maggio, che segna la fine della Seconda Guerra Mondiale… e l’arrivo della fiamma olimpica nella città di Marsiglia; lo sbarco delle forze alleate il 5, 6 e 7 giugno in Normandia, culmine delle commemorazioni, alla vigilia delle elezioni europee; il 7 luglio assisterà al tradizionale omaggio reso a Georges Mandel, ex ministro degli Interni perseguitato dai nazisti e assassinato dalla Milizia; onorerà i combattenti venuti dall’estero sulle spiagge dello sbarco della Provenza, intorno al 15 agosto; celebrerà la Liberazione di Parigi il 25 agosto nella capitale; e infine quello di Strasburgo, il 23 novembre.

All’inizio del 2025 Emmanuel Macron aprirà un “terza volta” di queste commemorazioni, quella di “il riconoscimento della Francia nel concerto delle nazioni”, annuncia già l’Eliseo. Uno schieramento commemorativo che fa dire al deputato (MoDem) dell’Hauts-de-Seine Jean-Louis Bourlanges che il “la vena commemorativa del Presidente della Repubblica è senza dubbio la più fertile”.

Valanga di tributi

Anche prima della sua elezione, Emmanuel Macron era determinato a farcela “riconciliazione dei ricordi” segno distintivo del suo mandato. “Il passato brucia sempre il nostro tempo, e il presente è pieno di ciò che è stato”ha affermato, il 1ehm Nel maggio 2016, sulla piazza della cattedrale di Orléans, il ministro dell’Economia di François Hollande è venuto a rendere omaggio a Giovanna d’Arco. Sette anni dopo, lo storico Jean Garrigues crede di rilevarlo “un godimento di questi eventi commemorativi” presso l’ex assistente del filosofo Paul Ricoeur – autore di Memoria, storia, oblio (Soglia, 2000) o per lo meno “gusto personale” per queste cerimonie formali.

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