““Giornaliero” significa zero slippage, zero diffide da parte di Arcom, zero warning”

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“Non ti dirò che sono felice di essere qui. » Giurare di dire “Tutta la verità, nient’altro che la verità”, Yann Barthès, produttore ospite del programma di infotainment “Quotidien”, trasmesso su TMC (gruppo TF1), è stato intervistato all’Assemblea nazionale, mercoledì 27 marzo, nell’ambito della commissione d’inchiesta sulle frequenze della DTT. Fin dall’inizio, il giornalista dell’Alta Savoia ha espresso la sua insoddisfazione “da convocare su richiesta di cinque deputati del Raggruppamento Nazionale [RN] ». La richiesta degli eletti di estrema destra è stata accolta dal presidente della commissione, Quentin Bataillon (Rinascimento, Loira).

“È un momento ironico quello che ci è stato dato di vivere questa mattina”ha affermato Laurent Bon, coproduttore, insieme al signor Barthès, della società Bangumi, visto che il Rally Nazionale “per anni ha boicottato, screditato e attaccato le squadre del “Quotidien””. “Questa commissione d’inchiesta non è la sede per regolare i conti con nessun gruppo politico”ha risposto seccamente il relatore Aurélien Saintoul (La France insoumise, Hauts-de-Seine) a proposito di un’audizione al termine della quale è difficile dire che abbiamo imparato qualcosa di nuovo.

Detto ” orgoglioso “ ospitare uno spettacolo con una linea editoriale e dei valori “umanista, antirazzista, libertà e uguaglianza”, il signor Barthès ha elencato alcuni nomi tra i 600 ospiti accorsi sul set di “Quotidien”. Ha fatto l’esempio dell’arrivo dell’attrice Judith Godrèche e della scrittrice Vanessa Springora – entrambe facce della lotta contro la violenza sessuale e di genere –, dell’avvocato ed ex ministro della Giustizia Robert Badinter, dell’attivista ambientalista Greta Thunberg, o ancora l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ex esponente di Canal+, Barthès ha inoltre spiegato di aver lasciato il canale nel 2016, un anno dopo la sua acquisizione da parte del miliardario Vincent Bolloré, intuendo “che girava un certo vento”.

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Nessun invito invece da parte dei rappresentanti della Rn sul set: una decisione “collettivo”ipotizzata dai produttori del programma di infotainment di TMC, pur sostenendo che le regole di conciliazione dei tempi di parola fissate dall’Autorità per l’audiovisivo e le comunicazioni digitali (Arcom) fossero, invece, “perfettamente rispettato”. “Tutte le sensibilità politiche sono espresse nello spettacolo. Nessuna formazione viene ostracizzata”ha risposto Ara Aprikian, vicedirettore generale responsabile dei programmi di TF1.

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