La Coppa Davis, la conclusione ideale per Rafael Nadal?

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C’erano due domande sul ritiro di Rafael Nadal, che erano nella mente di tutti ormai da un po’. Quando ? E dove? Il 2024 sarebbe”probabilmente” il suo ultimo anno, ma il 2025 rimaneva una possibilità. Lo spagnolo alla fine ha optato per la prima opzione. Una volta presa quella decisione, non poteva fermarsi da nessuna parte. Il Roland-Garros sembrava una destinazione finale ovvia, soprattutto con una doppia dose di tennis a Porte d’Auteuil quest’anno, durante il tradizionale Grande Slam e poi attraverso i Giochi Olimpici. Non sarà né l’uno né l’altro.

Rafael Nadal non gioca dalla sconfitta alle Olimpiadi contro Novak Djokovic, ma prolungherà la sua carriera ancora per qualche settimana, fino alla fase finale della Coppa Davis, dal 19 al 24 novembre, a Malaga. Il suo der sarà collettivo e andaluso. Questa scelta ha un doppio vantaggio: arrivare in squadra e davanti al proprio pubblico. Roger Federer ha utilizzato la Laver Cup per la sua uscita. Un’altra dura prova collettiva. Un punto in più in comune tra loro.

L’uomo che si è preso il suo tempo

In Coppa Davis rappresenti il ​​tuo Paese e per di più sarà a casa a Malaga, penso che questo abbia pesato nella sua decisione. Per me era il posto giusto“, stima il suo connazionale Alex Corretja. Rafael Nadal avrebbe preso lo stesso se questa fase finale si fosse svolta in un altro paese?

Penso che non appena ha capito che la Spagna avrebbe giocato la finale in casa, ha capito che doveva essere lìaggiunge il doppio finalista del Roland-Garros. Credo addirittura che lo prevedesse da diverse settimane, addirittura da diversi mesi.”

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Una scelta che è il frutto di una riflessione che Corretja immagina ponderata da tempo: “Rafa si è preso il suo tempo in campo, tra un punto e una partita. Era un ragazzo molto calmo che aveva bisogno di tempo. Ha fatto lo stesso per andare in pensione. E lo capisco molto bene. Di certo non si pente di aver impiegato mesi per decidere definitivamente. È una decisione definitiva, per la vita, bisogna soppesarla. Non c’era dubbio che lui annunciasse qualcosa e poi se ne pentisse, dicendo a se stesso ‘oh no, perché l’ho fatto?’«Non è il tipo di casa.

Ora, che ruolo potrà giocare il maiorchino in questo tratto finale, vista la sua mancanza di concorrenza e le limitazioni che ha avuto nelle sue ultime apparizioni? “Vuole arrivare con una reale possibilità di giocare, giudice Mats Wilander. Gioca in singolo o in doppio. Potremmo pensare che abbia maggiori possibilità di essere competitivo nel doppio. In ogni caso vorrà uscire nel migliore dei modi, al massimo della sua arte del momento.

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Raddoppia per finire… come Federer?

Anche se la Coppa Davis ha abbandonato il sistema dei tre set vincenti con il suo nuovo formato, la sequenza delle partite può essere fisicamente impegnativa, se la Spagna avanza oltre i quarti di finale. “Fisicamente, questa è la domanda più grande. Può allenarsi quanto serve?“, continua Wilander, che non riesce a immaginare il ritorno di Nadal a Malaga senza aver giocato una sola partita tra Parigi 2024 e Coppa Davis. “Probabilmente dovrà andare a giocare un torneo, ha detto. Due potrebbero essere troppi.”

Dietro l’imprescindibile Carlos Alcaraz, la Spagna, che non ha più l’incredibile riserva di una decina d’anni fa, non ha un vero numero due. Può Nadal essere quello giusto? Oppure dovrebbe essere allineato solo in doppio? Federer è finito in un doppio con Nadal perché era troppo debole fisicamente per giocare in singolo, anche nella Laver Cup. Nadal finirà puntando sul doppio, con Alcaraz? Anche lì il simbolismo sarebbe forte. I due hanno giocato insieme ai Giochi, per di più.

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Contro Krajicek e Ram erano ancora abbastanza lontani dal risultato, anche se sono un’ottima squadratempera Mats Wilander. Non erano abbastanza bravi. E quando dico questo, penso soprattutto a Carlos Alcaraz, che non ha giocato abbastanza bene da dare loro una chance. Ci si aspettava che fosse il giocatore dominante. Nonostante tutto, questa è la squadra che vogliamo vedere. E sarebbe bellissimo vedere Rafa consegnare la corona reale a re Carlos in questo contesto.”

C’è una gara da vincere. Un’insalatiera d’argento da prendere. Ma la carica simbolica e la potenza emotiva saranno tali a Malaga che il resto, anche il risultato, passerà forse in secondo piano di fronte al grande evento che costituisce la grande partenza dell’uomo al 14 Roland-Garros.

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