La grande barriera corallina, tesoro naturale australiano dichiarato patrimonio dell’umanità, è in pericolo a causa del riscaldamento degli oceani. Le temperature record hanno causato un lavaggio “catastrofico” dei coralli, provocando la scomparsa di oltre 50% Coralli osservati vicino a un’isola nella barriera corallina meridionale l’anno scorso. Questo fenomeno mette alla prova non solo gli scienziati, ma solleva anche interrogativi sulla nostra responsabilità ambientale e sulla necessità di agire rapidamente.
Estati torride che lasciano tracce
In 2024abbiamo assistito all’estate più calda mai registrata presso la grande barriera corallina, con le temperature oceaniche che hanno raggiunto nuovi livelli. Era il settimo episodio di massiccio sbiancamento del reef. Le ondate di calore marino mettono sotto pressione i coralli, costringendoli a espellere le alghe simbiotiche che portano loro cibo e colore. Senza queste alghe, i coralli sbiancano e spesso rischiano la morte se dura troppo a lungo.
Tra le ragioni di questo disastro c’è l’uso persistente di combustibili fossili, causa principale dell’aumento della temperatura globale e del riscaldamento globale. Il fenomeno El Niño non ha fatto altro che peggiorare la situazione spingendo le temperature oceaniche ancora più in alto. Il messaggio è chiaro: senza una riduzione significativa delle emissioni globali, si corre il rischio di partecipare a questi eventi molto più spesso.
Una strage tra i coralli
I ricercatori dell’Università di Sydney hanno studiato 462 colonie di coralli a One Tree Island per cinque mesi. Lo scorso maggio, 370 erano già sbiancati; Due mesi dopo, più della metà era scomparsa. Alcune specie hanno mostrato tassi di mortalità fino a 95%. È stato osservato un fenomeno drammatico chiamato “collasso delle colonie”, dove lo scheletro del corallo risalta e si disintegra.
La specie Goniopora non è stato risparmiato e ha contratto la malattia della banda nera, spesso fatale per queste delicate organizzazioni marine. Queste massicce perdite mostrano quanto siano vulnerabili i coralli di fronte al rapido cambiamento climatico.
La grande barriera si estende quasi 345 000 km² e ripara più di 1.500 specie di pesce e altro ancora 400 tipi coralli duri. È anche un pilastro economico essenziale per l’Australia grazie al turismo che attrae. Ma ultimamente si sta verificando una tendenza inquietante: le ondate di caldo marino diventano più frequenti e intense.
L’ultimo evento ha colpito anche le parti della barriera corallina che finora erano sfuggite al massiccio sbiancamento. Le specie precedentemente considerate resistenti ora mostrano chiaramente segni di malattia e presentano un alto tasso di mortalità.
Cosa fare per salvare le nostre barriere coralline?
Da 1998diversi episodi gravi hanno colpito la barriera corallina 2002, 2016, 2017, 2020e recentemente dentro 2022 Durante un evento La Niña particolarmente intenso. Maria Byrne insiste: “I nostri risultati mostrano quanto sia urgente agire per proteggere le barriere coralline. Ricorda che questi ecosistemi sono vitali non solo per la biodiversità ma anche per la sicurezza alimentare e la protezione delle coste.
La sopravvivenza delle barriere coralline si basa ora su uno sforzo globale collettivo per limitare l’aumento delle temperature. Shawna Foo esprime la sua tristezza: “Vedere il danno su una barriera corallina che finora aveva evitato in gran parte il massiccio sbiancamento è schiacciante. »»
Di fronte a questa situazione allarmante, tutti sono incoraggiati a riflettere sul proprio ruolo nella lotta al cambiamento climatico. Le nostre azioni collettive possono ancora invertire questa tendenza distruttiva e preservare questo gioiello naturale per coloro che verranno dopo di noi.
Fonte : Lettere di limnologia e oceanografia
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