In un’intervista alla rivista “Wired”, il capo di Apple Tim Cook ha parlato di una delle ultime iniziative strategiche della famosa azienda californiana: il lancio di Apple Intelligence, la nuova offerta del marchio Apple nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. Sottolineando l’importanza attribuita alla privacy dei dati degli utenti e illustrando con esempi come questa tecnologia potrebbe migliorare la vita degli utenti, Tim Cook ha affermato che Apple non intende far pagare il suo utilizzo. Una strategia che contrasta con quella dei suoi concorrenti, OpenAI e il suo ChatGPT in testa.
Il manager considera infatti l’intelligenza artificiale generativa della sua azienda come una naturale evoluzione della user experience: “Riteniamo che sia un po’ come il multitouch (ndr, tecnologia che permette di rilevare i punti di contatto simultanei delle dita su una superficie touch ), che ha consentito la rivoluzione dei moderni smartphone e tablet”, ha dichiarato Tim Cook alla rivista specializzata.
Ciò rivela che Apple non ha aspettato l’avvento di ChatGPT per interessarsi all’intelligenza artificiale generativa: “Nel 2017 abbiamo integrato un motore neurale nei nostri prodotti. Era già chiaro che l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico erano importanti. Era diventato innegabile che dovevamo interessare un gran numero di persone e che i nostri prodotti sarebbero entrati in una nuova era”, afferma. Altri argomenti trattati includono le cuffie Vision Pro, l’innovazione sanitaria attraverso dispositivi come l’Apple Watch e gli obiettivi ambientali della sua azienda.