2 domande a Jean Dujardin

2 domande a Jean Dujardin
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Un film da scoprire questo mercoledì alle 22,50 su 2.

Dopo la serie “In the Shadow”, che esplorava i retroscena della conquista del potere, “Presidents” ci propone ancora una volta una riflessione sul panorama politico francese, ma in tono comico. Ispirandosi molto liberamente ai destini di Nicolas Sarkozy e François Hollande, Anne Fontaine immagina la loro difficoltà a rinunciare al potere.

Nicolas (alias Jean Dujardin) ha difficoltà ad affrontare la fine della sua vita politica. Convince François (Grégory Gadebois), anche lui ex presidente, a collaborare con lui per le elezioni presidenziali…

Interpreti una sorta di Nicolas Sarkozy alternativo, che gli somiglia pur essendo diverso…

Sì, è sia lui che non lui! Questo tandem Sarkozy-Hollande nel film è un po’ come un criceto e un topo in gabbia: o si mangiano a vicenda oppure corrono insieme. Adoro questa idea dell’esperienza di laboratorio riportata in politica!

Vede un legame tra il percorso di queste politiche e quello degli attori?

Questo bisogno di riconoscimento, di seduzione, di successo, di ripresa… Sì, certo, c’è molto istrionico in entrambi i casi! E poi questo desiderio di compiacere… Questo l’ho notato negli ex presidenti che ho potuto incontrare: una sorta di aura che sembrava precederli, come se fossero ancora carichi dello splendore di un tempo. Loro ne sono ben consapevoli e chiedono anche di essere sempre chiamati “Presidente”! È questa contentezza allo stesso tempo toccante e ridicola che abbiamo dovuto interpretare…

Questo articolo è apparso su Le Télépro il 7/11/2024

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