L’ex presidente dell’Uruguay e figura di spicco della sinistra latinoamericana, José “Pepe” Mujica, 88 anni, che ha annunciato di soffrire di un tumore all’esofago e che dovrà sottoporsi a sedute di radioterapia per combattere il cancro, ha indicato il suo medico.
L’ex capo di Stato, divenuto noto in tutto il mondo per il suo stile informale, la sua schiettezza e il suo modo di governare l’Uruguay tra il 2010 e il 2015, ha annunciato lunedì di aver appreso dell’esistenza del tumore durante una visita medica.
“Avevamo forti presunzioni che si trattasse di un tumore maligno, come hanno dimostrato le analisi di anatomia patologica”, ha detto giovedì la dottoressa Raquel Pannone in una conferenza stampa, sottolineando l’assenza di metastasi.
“Questa lesione è limitata all’esofago, non ci sono altri danni”, ha aggiunto.
Tuttavia, il signor Mujica soffre di una malattia immunologica che potrebbe complicare il trattamento. In particolare, gli ha fatto rinunciare al mandato di senatore nell’ottobre 2020 a causa dei rischi legati all’epidemia di coronavirus.
Il dottor Pannone ha indicato che “l’obiettivo massimo” è la “cura”, mentre “l’obiettivo intermedio” è “una lunga sopravvivenza e una buona qualità della vita”, sottolineando che l’atipico ex presidente è determinato a portare avanti la “battaglia”.
Ex guerrigliero di estrema sinistra dalle parole spontanee e a volte polemiche, “Pepe” Mujica si è guadagnato durante il suo mandato il soprannome di “presidente più povero del mondo” perché questo campione di frugalità, che guidava lui stesso il proprio veicolo, ha donato quasi tutto il suo stipendio come capo di stato ad un programma di edilizia sociale.
È diventato famoso anche per aver portato avanti misure progressiste nel piccolo paese sudamericano: l’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la legalizzazione della cannabis, quest’ultima una prima mondiale nel 2013.
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