José Mujica, ex presidente dell’Uruguay e figura di spicco della sinistra latinoamericana, ha annunciato lunedì di soffrire all’età di 88 anni di un tumore esofageo il cui trattamento è “complesso”.
L’ex capo di Stato, divenuto noto in tutto il mondo per il suo stile informale, la sua schiettezza e il suo modo di governare l’Uruguay tra il 2010 e il 2015, è venuto a conoscenza del tumore venerdì durante una visita medica, ha spiegato in una conferenza stampa.
“È qualcosa ovviamente molto rischioso”, ha detto “Pépé” Mujica. “Ed è doppiamente complesso nel mio caso, perché soffro da più di vent’anni di una malattia immunologica che ha colpito, tra le altre cose, i miei reni, il che crea difficoltà alle tecniche radioterapiche o chirurgiche”, ha spiegato.
Colui che rimane una figura di spicco della sinistra latinoamericana ha assicurato che continuerà ad essere politicamente attivo nonostante la malattia. “Finché potrò, sarò presente”, ha assicurato.
Ex guerrigliero di estrema sinistra dalle parole spontanee, a volte polemiche, durante il suo mandato si è guadagnato il soprannome di “presidente più povero del mondo” perché questo campione della frugalità ha donato quasi tutto il suo stipendio come capo di Stato a un programma di edilizia sociale .
È diventato famoso anche per aver portato avanti misure progressiste nel piccolo paese sudamericano: l’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la legalizzazione della cannabis, quest’ultima una prima mondiale nel 2013.
La sua malattia immunitaria ha costretto l’ex presidente atipico a rinunciare al suo mandato di senatore nell’ottobre 2020 a causa dei rischi legati all’epidemia di coronavirus.
