Lo stipendio versato sui conti bancari dei lavoratori sarà inferiore a gennaio. L’errore delle tre righe sulle buste paga.
Con il cervello ancora annebbiato dai festeggiamenti e dalle vacanze di fine anno, milioni di dipendenti rimarranno presto delusi. Anche se tra pochi giorni riceveranno la busta paga di gennaio, li attende una spiacevole sorpresa. Tra le oltre trenta righe elencate in questo documento, la più importante, “Net to pay”, mostrerà un importo deludente.
L’importo indicato in grassetto grande in fondo alla busta paga sarà inferiore al normale. Di conseguenza, il bonifico che arriverà sul conto bancario dei dipendenti sarà inferiore al solito. Un pessimo modo di iniziare il nuovo anno.
Quel che è peggio, questa nuova retribuzione, rivista al ribasso, sarà quella che i dipendenti riceveranno per tutto il 2025. Chiaramente, se non beneficeranno di un aumento quest’anno, il loro stipendio sarà inferiore rispetto a prima. nel 2024. In questione, le trattenute sullo stipendio sono aumentate dal 1° gennaio 2025. Questi cambiamenti, registrati in busta paga, sono discreti, ma hanno gravi conseguenze sull’importo dello stipendio netto percepito. Un’analisi dettagliata rivela tre sviluppi principali che meritano particolare attenzione.
La prima modifica riguarda l’assicurazione sanitaria complementare obbligatoria, più comunemente chiamata mutua. Questa riga è menzionata nella colonna “Quota/contributo del dipendente” della busta paga. Per i dipendenti del settore privato, questa assicurazione sanitaria, i cui costi sono ripartiti tra datore di lavoro e dipendente, vedrà un aumento medio del 6% nel 2025. Se l’azienda continua a coprire almeno il 50% del contributo, il la quota salariale aumenta meccanicamente. Questo aumento comporterà una maggiore detrazione dalla retribuzione lorda, incidendo così sull’importo finale versato sul conto bancario del lavoratore.
Il secondo sviluppo riguarda l’aliquota della ritenuta alla fonte sull’imposta sul reddito. Ogni mese vengono detratti gli stipendi e l’importo detratto viene pagato direttamente all’amministrazione fiscale. I dipendenti che hanno modificato l’aliquota della ritenuta d’acconto nel corso del 2024 devono prestare particolare attenzione. Tali adeguamenti personalizzati, infatti, erano validi solo fino al 31 dicembre 2024. Dal 1° gennaio 2025, il sistema fiscale applica automaticamente una nuova aliquota calcolata dalle autorità fiscali. Tale tasso, che può differire da quello applicato nel mese di dicembre, influenza direttamente l’importo della retribuzione netta.
Infine, la terza novità, anch’essa particolarmente rilevante, riguarda il rimborso delle spese del trasporto pubblico. Le nuove norme sono entrate in vigore il 1° gennaio 2025, modificando sostanzialmente la copertura del datore di lavoro. Mentre finora le aziende potevano rimborsare fino al 75% del costo dei biglietti di trasporto, ora questo limite è stato abbassato al 50%. Per illustrare concretamente questo sviluppo, prendiamo l’esempio dell’abbonamento Navigo in Île-de-France, il cui prezzo mensile è di 88,80 euro. Il rimborso massimo da parte del datore di lavoro aumenta da 66,60 euro a 44,40 euro, con una differenza di 22,20 euro al mese.