Bellingham essenziale, un Clásico in finale, la mancanza di classe del Real… I top e i flop

Bellingham essenziale, un Clásico in finale, la mancanza di classe del Real… I top e i flop
Bellingham essenziale, un Clásico in finale, la mancanza di classe del Real… I top e i flop
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Dopo che il Real Madrid si è qualificato giovedì sera a Jeddah contro il Maiorca (3-0) per la finale della Supercoppa spagnola, scopri cosa ha soddisfatto… e cosa non è piaciuto alla nostra redazione.

TOP

L’indispensabile Jude Bellingham

Che altra partita del centrocampista del Merengue! L’inglese è il giocatore che ha consegnato la Casa Bianca (63esimo) concludendo un’azione in cui Rodrygo e Kylian Mbappé erano stati precedentemente imprecisi. Il primo dei tre gol del Real, vincitore del Maiorca (3-0) questo giovedì, in Arabia Saudita, durante la seconda semifinale della Supercoppa spagnola. Il madrileno, ancora una volta, non si è risparmiato, sempre molto valido tecnicamente e offrendo un volume di gioco impressionante, con la capacità di giocare più posizioni contemporaneamente. Di supporto a Mbappé, da attaccante e a centrocampo, nella ripresa. Un giocatore ibrido che, dopo un inizio di stagione insipido, ritrova le sue qualità eccezionali che lo rendono un giocatore a parte.

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Federico Valverde, il tuttofare

E’ semplicemente il giocatore più utilizzato da Carlo Ancelotti da inizio stagione… E capiamo il perché. Questo giocatore sa semplicemente come fare tutto. Esistono pochi calciatori come lui. Vera assicurazione contro tutti i rischi e fulcro della Casa Bianca, il numero 8 del Real ha concluso la partita con almeno il 95% di passaggi riusciti sul cronometro. Il madrileno presenta un volume di gioco considerevole. Quest’ultimo si comporta bene nel recupero palla, nelle transizioni offensive e difensive e non esita a parlare se deve sfruttare la sua occasione contro la porta. Valverde, amante dei missili a lunga gittata da fuori area, crea ancora una volta due occasioni… con due tiri violenti. Un ambiente moderno e totale. Una perla rara.

Un classico nel finale

Lo stavamo aspettando e lo otterremo. Domenica (20:00), il Real Madrid difenderà il titolo contro il suo acerrimo rivale, il Barça. I catalani hanno avuto la meglio ieri, contro l’Athletic Bilbao (2-0), raggiungendo la finale della Supercoppa spagnola. Contro i Blaugrana, le Merengue hanno (già) l’occasione di conquistare il secondo titolo stagionale e, soprattutto, di prendersi la rivincita dopo l’umiliazione subita (0-4), in casa, in campionato, il 26 ottobre.

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Il Maiorca non si è arreso

Autori di un inizio di stagione molto (sorprendente), con in particolare l’attuale sesto posto in campionato, i maiorchini hanno lottato valorosamente. Messi alle strette in difesa per gran parte della partita e vedendo costantemente ondate bianche che travolgevano la loro porta, gli uomini di Jaboba Arrasate sono riusciti, in certi momenti, a mostrare i loro canini e ad ottenere due grandi occasioni per continuare ad esistere (un po’) in questa semifinale. -finale. Ma la logica è stata rispettata, gli outsider hanno finito per cedere. Testa alta.

FLOP

L’ingorgo offensivo del Real Madrid

Nonostante un inizio di gara impressionante, in cui gli attacchi sono stati fluidi e incisivi, gli attaccanti del Real (Vinicius, Mbappé, Rodrygo e Bellingham) si sono intralciati (un po’) nel secondo tempo, soprattutto al centro. Partire dal quintetto potrebbe non essere la soluzione migliore per Carlo Ancelotti. A Mbappé, progressivamente scomparso in questa parte, spesso manca lo spazio. Anche se questo giovedì due giocatori del quartetto hanno trovato la rete, alcuni ritardano per mancanza di libertà. I movimenti del merengue poi soffrono di una mancanza di chiarezza. Un grattacapo di “ricchi” e di lusso per l’allenatore italiano di Casa Blanca. Troppo talento in campo uccide il talento, dicono.

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La mancanza di classe del Real

Vittoriosi sui modesti maiorchini, i madrileni, in particolare Bellingham e Vinicius, non sono stati (davvero) obbligati a mettere a tacere i “Rojinegros” dopo il fischio finale. Anche se vieni disturbato dal tuo diretto avversario per 90 minuti, quando indossi la casacca bianca, soprattutto contro un avversario ben al di sotto di te, devi avere almeno classe e saper controllare le tue emozioni. Il brasiliano ci ha già abituato, ma Bellingham avrebbe potuto evitarlo. Mbappé è rimasto calmo, in disparte, e questo va a suo merito.

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