Dakar 2025 – Ford e i suoi Raptor, imparando a proprie spese

Dakar 2025 – Ford e i suoi Raptor, imparando a proprie spese
Dakar 2025 – Ford e i suoi Raptor, imparando a proprie spese
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Un anno dopo una discreta scoperta del rally-raid per comprendere meglio le vicissitudini di questa disciplina che non aveva mai conosciuto prima, M-Sport ritorna con una forza d’attacco intimidatoria. Quattro Raptor T1+ ufficiali, uno in più rispetto alla Dacia e il doppio della quota di Toyota iscritte da Gazoo Racing (l’altro Hilux è iscritto da Overdrive o TGR South Africa). Il barnum occupa una sessantina di persone, ma alcune di loro rischiano di ritrovarsi disoccupate prima dell’arrivo definitivo a Shubaytah, venerdì 17 gennaio. Il motivo? Le belle e melodiose macchine blu sono carenti!

Stella dell’arena del marchio all’Oval, Carlos Sainz ha già rovinato tutte le sue possibilità di vittoria durante la speciale 48 Ore Chrono di domenica. Il madrileno ha effettuato un sun front in cima a una duna, in una manovra simile all’incidente che lo costrinse al ritiro dall’Audi nel 2023. Il detentore del titolo è stato rimesso sulle “ruote” dal suo compagno di squadra americano Mitch Guthrie, un prodotto del Red Bull Off-Road Junior Team, prima di fermarsi sette volte. Il giorno successivo, stanco per un leggero riposo, ebbe difficoltà a orientarsi nel deserto e si perse. L’immagine della Ford lanciata a 180 km/h (velocità limitata dal regolamento), con il conducente costretto a guidare con una mano e a proteggersi dal sole con l’altra, la dice lunga però sulla grinta del Matador. “Tutto è andato storto. Voglio recuperare emotivamente e fisicamente, ho dolore a una spalla”, – ha sussurrato colui che ad aprile festeggerà il suo 63esimo compleanno. Il focoso fuorigioco di Sainz (26e all’1:30), le speranze erano poi riposte nel connazionale Nani Roma.

Configurazione divertente per Carlos Sainz… © Frédéric Le Floc’h / DPPI

Ekström è un ottimista

Uno dei tre atleti che hanno vinto la Dakar su due (2004) e quattro (2014) ruote è stato responsabile dello sviluppo del veicolo, e la sua reputazione di attento pilota meccanico è ormai consolidata. Tuttavia, anche lui rimase intrappolato durante la 48 Ore Crono. A metà tappa, domenica sera, il catalano alto (1,90 metri) aveva già anticipato la dura prova del giorno successivo. “Abbiamo avuto una gomma a terra due volte, il jack dell’aria (martinetto pneumatico. ndr) non funziona più, ho dovuto sollevare l’auto manualmente (pesa 2.010 kg) e il motore V8 fa cilecca (quando acceso. Ndr)Non so perché. Sapevo che impegnandosi in un nuovo programma e con un’auto alla sua prima Dakar, ci sarebbero stati problemi iniziali. Ma altrettanto…”

La Roma aveva ragione a preoccuparsi. Lunedì mattina, un nuovo problema meccanico lo ha costretto a ritornare direttamente al bivacco mentre veniva tirato con una corda dal suo camion di assistenza, cosa che lo ha automaticamente penalizzato di diverse ore. L’americano Mitch Guthrie (8e a 23 minuti), che sta scoprendo la categoria regina, non ha altro obiettivo che fare esperienza e fare il portatore d’acqua per l’unico uomo quasi illeso, Mattias Ekström. Lo svedese, navigato da Emil Bergkvist sin dal suo debutto nel rally-raid nel 2021, non ha commesso alcun errore di guida, e la sua Ford ha retto al termine di queste tre difficili speciali di apertura. Si è presentato lunedì sera alle 4e posto assoluto, a soli 13 minuti dal leader Henk Lategan (Toyota, vedi altrove). “Abbiamo perso tempo nel trovare la strada, cosa che ha permesso a un gruppo di 4×4 di superarci. Ributtati nella polvere, siamo atterrati in cima ad una duna, e ci siamo concessi qualche minuto in più. » Piccole lacune che non incidono sul morale del due volte campione del DTM. “L’obiettivo quest’anno resta la vittoria. » Tutto rimane possibile.

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