Top 14. I giovani dello Stade Toulousain non hanno disdegnato il La Rochelle

Top 14. I giovani dello Stade Toulousain non hanno disdegnato il La Rochelle
Top 14. I giovani dello Stade Toulousain non hanno disdegnato il La Rochelle
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lLa scorsa stagione, lo Stade Toulousain si è presentato al Marcel-Deflandre con una squadra molto rimescolata e la partita era quasi finita all’intervallo (24-3, per 29-8 alla fine). Questa volta Ugo Mola e il suo staff, desiderosi di preservare i propri giocatori di punta prima della trasferta contro gli Sharks in Coppa dei Campioni, si erano spinti ancora oltre: quattro elementi, tra cui due titolari (il centro Lucas Vignières e l’esterno Thomas Alary) non aveva mai giocato a livello professionistico.

Nella squadra titolare, altri elementi hanno avuto solo una presenza a questo livello (il mediano di mischia Simon Daroque e l’esterno Célian Pouzelgues) o due (il mediano di apertura Valentin Delpy e la seconda linea Efrain Elias). Parliamo di età: otto giocatori del Tolosa in lista avevano 20 anni o meno, e solo tre avevano più di 25 anni (Anthony Jelonch, Julien Marchand e il rientrante Cyril Baille). Si tratta di un’età media di soli 22,4 anni per affrontare una formazione marittima molto più esperta.

“Stato d’animo incredibile”

I vari siti di scommesse non scommettevano molto su questa squadra che nella scorsa stagione comprendeva nove campioni francesi dell’Espoirs. E non molti si aspettavano di trovarsi sotto di soli tre punti all’intervallo (12-9), avendo concesso una meta a soli tre minuti dall’intervallo. Perché i giovani del Tolosa guardavano negli occhi i loro avversari. E ha accettato di accettare la sfida.

Come Delpy, che si è assicurato contro i pali e nell’animazione, o Vignières, che ha messo Uini Atonio sulle natiche (28esimo), i giovani germogli rossoneri hanno avuto fegato. Hanno aumentato il numero dei contrasti bassi per abbattere rapidamente i grandi giocatori di La Rochelle e si sono addirittura offerti una sequenza coerente con il DNA della casa passando la palla di mano in mano. Sotto il forte incoraggiamento di Jack Willis, presente sugli spalti per accompagnare i suoi compagni.

L’allenatore degli attaccanti, Jean Bouilhou, ha ricordato “il cuore, l’abnegazione, l’impegno fisico” dei suoi giocatori che “hanno risposto più che presenti” e “che sono venuti a cercare qualcosa qui con uno stato d’animo incredibile”. Certo questa squadra a volte sembrava mancare di parametri collettivi e non era brillante nell’uso della palla. Naturalmente, anche con il ritorno costante di Baille dopo più di sei mesi di assenza, la mischia ne ha sofferto. Ed è difficile non rilevare il peso dell’esperienza sul primo e terzo tentativo concesso, con una respinta e una difesa attendista contro Kerr-Barlow.

Sapore di sconfitta

Ma come non immaginare adesso un futuro brillante per questa giovane generazione, che ha saputo alzare la testa e mettere le mani sul ritmo della partita negli ultimi venti minuti? Supportati dagli ingressi dei più esperti Jelonch, Marchand e Ange Capuozzo, hanno messo sotto pressione i Rochelais, soprattutto con le candele. Alla fine ha dato i suoi frutti con una forte meta di Sialevailea Tolofua (19) per la sua prima partita e una bella caduta di Delpy per pareggiare. “Abbiamo provato a fare cose semplici”, ha detto il giovane apripista.

Il pareggio che si stava delineando era cento volte meritato. L’ironia resta che l’errore che ha regalato a La Rochelle il rigore vincente è stato commesso da Paul Costes, già 37 partite professionistiche sotto il cronometro e che non aveva davvero bisogno di sferrare questo colpo di spalla a Jules Favre sulla sirena. Per i giocatori, crollati in campo, questo bonus difensivo sembrava avere il sapore della sconfitta. Ma è una promessa per il futuro.

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