Terzo mandato per Michel Callot alla guida della Federazione ciclistica francese (FFC). Il 57enne alto-savoiardo, in carica dalla sua prima elezione nel 2017, ha vinto senza tremare il ballottaggio iniziato sabato 14 dicembre. I risultati sono stati resi noti martedì 17 dicembre a mezzogiorno: il presidente uscente ha ottenuto il 69,55% dei voti contro il 30,45% del suo unico rivale, Téodoro Bartuccio (direttore generale della Paris Cycliste Olympique). Il suo terzo e ultimo mandato autorizzato durerà i prossimi quattro anni.
Se la sua vittoria è meno evidente rispetto a quella del 2021, quando raccolse il 93% dei voti contro Cyrille Guimard, resta comunque solida mentre i voti dei club contano quest’anno per la metà del voto complessivo. Nel 2017 è stato eletto con il 97% dei voti (senza oppositori) per succedere a David Lappartient, che ha poi assunto la guida dell’Unione ciclistica internazionale (UCI).
Michel Callot parlerà questo pomeriggio presto dopo la rielezione.
Una campagna elettorale vivace
La campagna elettorale è entrata nel vivo in questi giorni con la richiesta di Teodoro Bartuccio di aprire un’inchiesta parlamentare. Il presidente dell’associazione “La mia bici è una vita” e del club amatoriale di Ciclismo olimpico di Parigi critica il presidente uscente per aver approfittato delle sue funzioni per promuovere la sua candidatura.
Bartuccio, sostenuto da Cyrille Guimard e Marc Madiot, ha fatto campagna con lo slogan “la Fédé pour tous” e la promessa di aumentare a un euro il prezzo della licenza FFC per i leader volontari.
Ma non è riuscito a convincere abbastanza di fronte a Michel Callot che ha messo in risalto il suo record sportivo, in particolare alle Olimpiadi di Parigi (nove medaglie), e la prospettiva dei “Super Mondiali” di ciclismo che si svolgeranno in Alta Savoia nel 2027 e di cui è uno dei principali motori.
“Sono stato molto coinvolto personalmente nella questione e ho assunto la presidenza del comitato organizzatore. La stabilità è la migliore garanzia di successo”, ha detto all’AFP prima del voto.
Il presidente uscente, che è anche membro del comitato direttivo dell’UCI e tesoriere del CNOSF, vuole anche “trasformare il processo di trasformazione economica” della federazione, “una bella PMI” di oltre 70 dipendenti con un budget di ‘ circa 25 milioni di euro.