Top 14 – Tolosa: il capolavoro di Ange Capuozzo

Top 14 – Tolosa: il capolavoro di Ange Capuozzo
Top 14 – Tolosa: il capolavoro di Ange Capuozzo
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Nei minuti di recupero, quando la partita era finita da tempo, lo Stade Toulouse ha mostrato in formato XXL le ragioni per cui questo club non è proprio come gli altri. Un tentativo finale di cento metri, firmato Ange Capuozzo, che passerà alla storia.

La sirena suona già da poco più di un minuto quando Peato Mauvaka, su passaggio dal pilastro destro di Merkler, eredita quest’ultimo pallone nella sua area di meta. Un’ultima munizione lanciata ancora una volta dai giocatori del Bordeaux-Bègles, a sintesi simbolica dell’incontro. In quel momento, il tallonatore avrebbe potuto passare direttamente in touche e iniziare a festeggiare il ventitreesimo Brennus Shield dello Stade, accendendo un sigaro con il suo presidente Didier Lacroix. Non il tipo di casa. A Tolosa il gioco è sacro. Una palla in contropiede si prende cura di se stessa, si prende cura di se stessa. Soprattutto non si consuma. Qualunque sia la partitura e il contesto. Poi, in un momento di euforia, il tallonatore internazionale, dopo aver preso informazioni visive sul suo aspetto esteriore, inizia una corsa, avendo cura di passare tra i pali, come uno sciatore all’inizio del suo slalom gigante varca il cancelletto di partenza. Si libera innanzitutto di un primo contrasto, quello del tallonatore che sostituisce Clément Maynadier. Quasi troppo facilmente. Viene sorpreso dal coraggioso Maxime Lucu ma riesce a passare al suo… diretto concorrente, Julien Marchand.

“Avevo il gol nel mirino, dovevo andarci… è una scarica di adrenalina”

E’ finita, i bordolesi non rivedranno più la palla. Perché sta andando veloce, troppo veloce. Paul Graou è in staffetta, meno di un secondo prima che la palla finisca nelle mani di Ange Capuozzo. La palla brucia le mani del Tolosa. Lui volteggia. Il seguente ? Dolce follia. In uno stadio Vélodrome incandescente, l’esterno accelera prima di iniziare un ritorno verso l’interno per dubitare meglio di Damian Penaud allora a caccia. Un piccolo gancio per un grande danno. Esausto, l’esterno dell’UBB, anche se supersonico, non può fare nulla per impedire all’ex Grenoblois di scivolare nell’angolo e segnare la nona meta dei suoi. Grande arte. “Questo test è incredibile perché mostra la nostra mentalità e la nostra identità di gioco, sorrise il nazionale italiano il giorno dopo la sua impresa. Ammetto che avevo solo un’idea: andare lì e finire l’azione. Avevo l’obiettivo nel mirino, dovevo andarci ed è stata una scarica di adrenalina davvero incredibile. Ne ho parlato molto con la mia famiglia dopo, ma per circa mezz’ora dopo la finale ho avuto la sensazione di essere messo ko, di avere gli occhi annebbiati… È stato un momento incredibile, che descrive un po’ di tutto quello che abbiamo fatto in questa stagione. È stato bello poter partecipare tutti alla festa, essere allo stesso livello.”

Soprattutto, non vedere, in questa offensiva finale, il desiderio del Tolosa di spingere un po’ più in profondità le teste dei bordolesi. NO. Si tratta di cultura. Cultura della vittoria e ricerca dei record. Questa generazione vuole segnare la storia del club ma anche del rugby francese. È scritto nel passato, nel presente e anche nel futuro. “Questa ricerca di record e di exploit guida questa squadra, confermato allenatore Ugo Mola. Quando si impegnano, raggiungono le loro intenzioni. Ciò che mi piace è il percorso e il contenuto.” E sembra ancora lungo…

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