Evenepoel, quale ambizione per il terzo uomo?

Evenepoel, quale ambizione per il terzo uomo?
Evenepoel, quale ambizione per il terzo uomo?
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Partito senza troppe certezze alla Grande Boucle, il prodigio belga dovrebbe restare all’ombra del duello Pogacar-Vingegaard. A meno che non sorprenda di nuovo la sua gente.

Remco Evenepoel è un uomo di colpi. Un giovane di pezzi grossi, addirittura. Già due volte campione del mondo (corsa su strada nel 2022, cronometro nel 2023), incoronato alla Vuelta (2022), doppiamente incoronato in una Monument (Liegi-Bastogne-Liegi 2022 e 2023)… non abbiamo bisogno di presentazioni l’ultimo fenomeno del ciclismo belga. Quindi è ovviamente un evento vederlo iniziare il Tour de France (29 giugno-21 luglio) per la prima volta. Per il pubblico, come per lui, del resto.

«Correre il Tour de France è il sogno di ogni bambino che si innamora del ciclismo, già godendo il corridore di 24 anni. È un momento che sognavo fin dai miei primi giri al volante e sono molto entusiasta di prendere il via per la prima volta con questa grande squadra.” Una squadra (Quick-Step-Alpha Vinyl) dove rimarrà orfano di Julian Alaphilippe, per il quale aveva militato, ma dove sarà circondato da una fitta guardia di connazionali, tra cui il capitano della strada Yves Lampaert, e l’esperto scalatore Mikel Landa. Una presenza tutt’altro che casuale quella del basco, tanto che il direttore tecnico Tom Steels si è premurato di sottolineare che la squadra aveva qualcosa”giocare in assoluto sia con Remco che con Mikel» Allora, cosa suonerà veramente Remco Evenepoel?

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«Il ruolo del perdente gli si addice perfettamente fin dall’inizioosserva Franck Alaphilippe, cugino e allenatore di Julian Alaphilippe, ed ex allenatore della squadra belga. Questo gli permetterà di avvicinarsi alla gara con meno pressione..” Il nativo di Schepdaal, un’attrazione a sé stante, sarà ancora atteso con impazienza per questa particolare edizione del 2024. Qualcuno si è affrettato a notare anche la presenza di due volte, tra cui una finale tra Monaco e Nizza, come per attrarre finalmente il belga. “Naturalmente spero di fare un bel Tour e di ottenere dei bei risultati, ma non dimentichiamo che questo è il mio debutto in questa gara tanto bella quanto difficile.», rileva il campione del mondo della specialità, che sfoggerà la sua maglia cangiante a Nizza il 21 luglio.

Caduta violenta in aprile

A meno che la maglia non sia gialla? Abituato come tutti i grandi corridori a maglie distintive, chi ha già vestito la rosa del Giro (2022) e la rossa della Vuelta (2022) potrebbe benissimo regalarsi qualche giorno in giallo dopo una prima pedalata in montagna da Galibier verso Valloire (4e tappa), e soprattutto la sera di venerdì 5 luglio, teatro della prima cronometro tra Nuits-Saint-Georges e Gevrey-Chambertin (25 km, 7e palcoscenico).

«Non è necessariamente un vantaggio arrivare così presto, avverte Franck Alaphilippe. Conoscendolo farà tutto al massimo, ma non dimentichiamo che dietro è molto più complicato. Questa volta così presto nella gara è un po’ un’arma a doppio taglio.” Tanto più che le gare, incarnate dagli extraterrestri Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, senza dimenticare Primoz Roglic, campione olimpico a cronometro di Tokyo, non sono esattamente round nell’esercizio.

Una competizione con cui condivide la sfortuna di una preparazione interrotta da una violenta caduta a inizio aprile, durante il Giro dei Paesi Baschi. Se resta l’incognita sul doppio vincitore uscente Vingegaard, il più violentemente colpito e che riprenderà le gare con il Tour, il belga è stato curato più celermente prima di tornare ad allenarsi, in occasione di un corso di allenamento in altura, necessario per rimontare la differenza questo lo differenzia dai migliori in montagna, dove ancora non naviga alle stesse quote, soprattutto a causa delle diverse dimensioni.

“Consapevole dei suoi difetti”

Dopo essersi ripreso bene, il belga è tornato alle competizioni, con una prima partecipazione altalenante al Critérium du Dauphiné (7°), dove è rimasto lontano da Matteo Jorgenson (Visma-Lease a Bike) nonostante la vittoria di tappa sul… tempo, ovviamente. “Finì poco dopo il Delfinato, rileva l’ex allenatore della formazione di Patrick Lefévère. Questa non è necessariamente una brutta notizia, perché ormai è consapevole dei suoi difetti»

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Corridore dal temperamento vulcanico, Evenepoel non è da meno un corridore metodico. Maniaco del lavoro, è partito per trascinare le sue imponenti cosce sulle strade della Francia per ricognizione del percorso del Tour. Come il giorno dopo Natale, quando è stato visto nell’Alta Marna, nei dintorni di Colombey-les-Deux-Eglises (arrivo dell’8e tappa) e Troyes, teatro della difficile tappa detta dei “sentieri bianchi” (9e palcoscenico).

Il belga ha vissuto per la prima volta le gioie della Maglia Gialla durante il Critérium du Dauphiné. Un assaggio di luglio?
TOMMASO SANSONE / AFP

Riconoscimento obbligatorio per il fenomeno… che non era mai stato guidato in Francia prima del 2024”.Gli anni passano, quindi è il momento giusto per lui di scoprire il Tourassicura Franck Alaphilippe. Finora ha gestito bene la sua carriera in modo metodico e passo dopo passo. Ha avuto un buon approccio assorbendo le gare dell’ASO (Parigi-Nizza e Critérium du Dauphiné) prima di entrare nel Tour.»

Non necessariamente vincente in questi due appuntamenti, dove è stato ogni volta battuto dall’americano Matteo Jorgenson, che farà parte dell’armata attorno a Vingegaard, Evenepoel si presenta senza reali certezze sulla linea di partenza di Firenze questo sabato. E senza obiettivi realmente comprovati. “L’idea è scoprire la gara, affrontarla giorno per giorno e vedere dove ci porterà», giura l’abituato agli sfoghi, non senza un pizzico di ironia. Come per sfumare meglio le linee.

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