La sua storia ha commosso gli spettatori delle Paralimpiadi di Parigi: l’8 settembre Elena Congost ha tagliato il traguardo della maratona riservata agli atleti non vedenti (T12) sostenendo la sua guida, paralizzata dai crampi. Ma la spagnola, terza nella classifica, era stata squalificata: volendo evitare la caduta della sua guida, aveva allentato il legame che li univa, cosa vietata dal regolamento. La medaglia di bronzo è stata infine assegnata alla giapponese Misato Michishita, che ha concluso la gara più di tre minuti dopo la campionessa paralimpica di Rio 2016.
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In assenza di medaglia, Elena Congost riceverà assistenza finanziaria dal Comitato Paralimpico Spagnolo, si legge in un comunicato stampa venerdì 8 novembre. Questo sussidio di 2.050 euro al mese, assegnato sia all’atleta che alla sua guida – il suo allenatore riceverà 900 euro – corrisponde alla somma che le sarebbe stata concessa, ogni mese, nell’ambito di un piano di sostegno degli atleti paralimpici del Paese se fosse salita sul podio a Parigi. Il 37enne madrileno ne beneficerà fino all’approvazione del prossimo piano di aiuti, nei primi mesi del 2025.
A fine ottobre, la richiesta del Comitato Paralimpico spagnolo di concedere una seconda medaglia di bronzo al corridore – senza togliere quella di Misato Michishita -, invocando assistenza a una persona in pericolo, è stata respinta dalla federazione internazionale di atletica paralimpica. Il comitato spagnolo ha poi ribadito il proprio sostegno all’atleta, che potrebbe ricorrere alle vie legali.
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