Mercoledì la UEFA ha promesso di investire un miliardo di euro per sviluppare il calcio femminile entro il 2030, puntando sia alla pratica di base, alla professionalizzazione di alto livello che alla presenza negli stadi.
Chiamato “Unstoppable”, questo programma è il secondo dedicato alle calciatrici dopo una prima strategia annunciata nel 2019 e che ha accompagnato la crescita di ricavi, giocatori e pubblico in tutto il continente.
Per continuare su questo slancio, l’organismo europeo identifica i bisogni di formazione – “giocatori, allenatori e arbitri di qualità in numero sufficiente” -, la professionalizzazione dei campionati e lo sviluppo commerciale delle competizioni.
Si punta anche alla crescita di una “cultura del tifoso”, per “tradurre i picchi di presenze e di spettatori in cifre più alte durante l’intera stagione”, un progetto essenziale per riempire gli stadi con maggiore regolarità.
L’organismo si impegna a investire in questo piano “un miliardo di euro provenienti dalle entrate delle competizioni” e le proprie riserve “in iniziative di calcio femminile”, per sostenere i progetti delle federazioni nazionali per il calcio di base e per trasformare le sue competizioni.
La più prestigiosa per club, la Women’s Champions League, inaugurerà anche nel 2025/2026 una nuova formula sul modello di quella della Men’s Champions League in vigore questa stagione, con un mini-campionato a 18 squadre che sostituirà la fase a gironi.
Come l’Europa League e la Conference League, l’organismo europeo lancerà anche “una seconda competizione interclub femminile” la prossima stagione, subito dopo gli Europei femminili ospitati dalla Svizzera dal 2 al 27 luglio 2025.
Entro il 2030, la UEFA punta a “sei campionati professionistici e 5.000 giocatori professionisti nel continente”, rispetto rispettivamente ai tre campionati e ai 3.049 giocatori professionisti di oggi, e vuole rendere il calcio “lo sport di squadra più popolare tra le donne e le ragazze in tutti i paesi europei”. .