La NCAA dovrà pagare i suoi atleti per la prima volta nella storia dello sport universitario americano

La NCAA dovrà pagare i suoi atleti per la prima volta nella storia dello sport universitario americano
La NCAA dovrà pagare i suoi atleti per la prima volta nella storia dello sport universitario americano
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È stato un piccolo terremoto quello che ha colpito le università americane. La National Collegiate Athletics Association (NCAA) ha accettato di consentire alle università di condividere le entrate direttamente con gli atleti e di pagare quasi 2,8 miliardi di dollari in danni passati, come parte di una risoluzione dei reclami presentati dai giocatori sui loro servizi sportivi.

La NCAA e due studi legali che hanno condotto le azioni collettive nei tribunali statunitensi hanno svelato il quadro dello storico accordo giovedì, dopo che l’organo di governo dell’atletica universitaria e le conferenze dei membri hanno approvato l’accordo.

Questo accordo risolve tre cause legali secondo cui la NCAA ha violato la legge antitrust limitando i compensi e i benefici forniti agli studenti per il loro servizio atletico. La NCAA ha negato qualsiasi illecito.

Un accordo “rivoluzionario”.

Secondo i termini dell’accordo, previa approvazione del giudice, la NCAA rimuoverà alcune regole che impedivano alle scuole di effettuare pagamenti diretti agli atleti. Le scuole potranno inoltre condividere le entrate con gli atleti attraverso nuovi pagamenti e benefici. Gli avvocati dei querelanti hanno stimato il valore della transazione in oltre 20 miliardi di dollari in 10 anni. Secondo ESPN, le università dovrebbero stanziare circa 20 milioni di dollari per i suoi atleti ogni stagione.

Jeffrey Kessler, uno dei principali avvocati degli atleti, ha previsto a ” nuovo mondo “ per i giocatori del college dopo l’accordo. L’avvocato Steve Berman, che ha co-diretto i casi con Kessler, ha definito l’accordo “rivoluzionario”. In una dichiarazione, la NCAA e un gruppo delle sue conferenze hanno definito l’accordo “road map per i leader atletici universitari e il Congresso per garantire che questa istituzione americana unica possa continuare a fornire opportunità senza precedenti a milioni di studenti”.

Un enorme risparmio generato dagli atleti non pagati

La potente lega universitaria americana ha generato più di 1 miliardo di euro di entrate la scorsa stagione e i suoi campionati di sport di squadra sono seguitissimi negli Stati Uniti, sia nel basket, nel football americano, nell’hockey o nel baseball.

“March Madness” – la strada verso le Final Four del basket – attira centinaia di migliaia di fan nelle arene, spingendo centinaia di milioni di americani ad accendere la televisione. Le sue “parentesi” – pronostici sull’intero torneo – sono diventate culturali nelle aziende e ci ha provato anche Barack Obama quando era presidente.

Ma da parte loro gli studenti atleti non potevano essere pagati, perché dovevano mantenere lo status di dilettante. Il loro unico “stipendio” proveniva da una borsa di studio completa offerta dalla loro università.

Nel 2021 lo status di dilettante era già stato minato: l’associazione aveva autorizzato gli atleti studenti, che giocavano in Divisione 1, a ricevere proventi da sponsorizzazioni e aveva permesso loro di recuperare le donazioni dei tifosi.

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