Pubblicato l’11 ottobre 2024 alle 20:27 / Modificato l’11 ottobre 2024 alle 20:29
Quando Ernesto Bertarelli partì all’inizio di questo secolo per conquistare l’America’s Cup, una buona parte degli svizzeri non avevano particolari aspettative al riguardo mentre gli altri non sapevano di cosa si trattasse. La brocca d’argento che ha adornato la vetrina della Société Nautique de Genève dal 2003 al 2010 non è altro che il trofeo sportivo più antico del mondo*. Questa dimensione storica non sfugge agli inglesi, che amano lo sport quanto la storia e il mare, e che da 173 anni hanno un rapporto intimo e doloroso con un trofeo che misero in palio nel 1851 ma mai vinto.
In 36 edizioni, nessuna nazione ha tentato la fortuna con tanta caparbietà, con 23 partecipazioni di cui 10 finaliste. Nessuno ha fallito così invariabilmente. Quattro paesi l’hanno vinto (Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera), ma nessuno batteva bandiera britannica. Una ferita mai rimarginata per un popolo così orgoglioso dei trionfi della propria marina, poi dei suoi 32 titoli olimpici di vela. La portata di questo disastro imminente sembrava risiedere interamente nella concisa spiegazione testuale data una volta alla regina Vittoria: “Ah, Maestà, non esiste un secondo.»Solo gloria o disonore.
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