La piccola Gaia non è meno memorabile. Il vincitore della giornata, un compagno di squadra, le offre il suo trofeo. E Realini continua i suoi percorsi, su strada e soprattutto fuori, con tanto ciclocross e qualche scappatella in mountain bike. Le sue piccole dimensioni hanno trovato sbocchi prima nello sterrato (3° nel campionato italiano promettenti ciclocross a inizio 2020, vinto due anni dopo) e sulle vette del Giro, che ha scoperto a 20 anni (“Quando Mi hanno detto che partecipavo, sono rimasto senza parole”) con il modestissimo team Isolmant-Premac-Vittoria. Due edizioni e una serie di highlight montuosi dopo, si unisce al potente Lidl-Trek per la stagione 2023.
“Sono arrivato in punta di piedi, curioso di scoprire un nuovo mondo,” spiega. Ma dal mese di febbraio ha lasciato il segno sulle strade dell’UAE Tour, dove ha portato Longo Borghini alla vittoria a Jebel Hafeet. “Voglio piangere”, dice nel finale il giovane corridore pescarese in dialetto abruzzese. Il suo anziano piemontese gli sorride. Nel vincere la tappa (che Realini non ha voluto gareggiare con il suo leader) e portarsi al comando della classifica generale, Longo Borghini ha preso per mano la sua giovane compagna, doppiata da una regina del suo sport: Gaia Realini è stata l’MVP della giorno, le dobbiamo molto.