Se la città di Verona è in sintonia con l’Hellas per le giovani generazioni, i nostalgici del Calcio italiano sicuramente ricordano la grande epopea del Chievo Verona degli anni 2000, in particolare durante la stagione 2005/2006 con giocatori come Amauri, Victor Obinna, Luciano, Lorenzo D. ‘Anna, Davide Mandelli, Paolo Sammarco e Franco Semioli. Tutta questa grande truppa era riuscita ad assicurarsi un 4° posto in campionato, sinonimo di storica qualificazione agli spareggi di Champions League dell’anno successivo. Qualche stagione dopo, sotto la guida di Rolando Maran, il Chievo riesce a riconquistare la prima parte della classifica grazie a elementi come Nicolas Frey, Simone Pepe, Roberto Inglese, Ivan Radovanovic, Valter Birsa, Perparim Hetemaj ma anche Massimo Gobbi. Ed è difficile parlare del Chievo Verona senza parlare dell’attaccante Sergio Pellissier. Vera e propria leggenda vivente del club (441 partite, 139 gol), è stato il volto della squadra per 19 anni, rappresentando anche la sua squadra nelle file della Nazionale segnando un gol nella sua unica presenza nel 2009 (1 presenza, 1 obiettivo). Ma è nell’estate del 2021 che tutto cambia per il Chievo Verona.
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Nel luglio 2021 Mussi Volanti è stato espulso dalla Serie B per non aver dimostrato la solidità finanziaria a causa del mancato pagamento delle tasse. Il club veronese ha sostenuto che durante la pandemia di Covid-19 è stato raggiunto un accordo che ha consentito loro di dilazionare i pagamenti su un periodo più lungo. Tuttavia, dopo tre ricorsi infruttuosi al Consiglio di Stato, la decisione di vietare al Chievo Verona di iscriversi in Serie B è stata confermata – con il Cosenza che ha preso l’ultimo posto in Serie B. Retrocesso in Serie D poche settimane dopo, il Chievo Verona, dichiarato fallito. scompare definitivamente il 22 agosto 2021, per mancanza di acquirente. Ma dopo tre anni in cui il club, amministrativamente morto, semplicemente non esisteva più, è ufficialmente rinato dalle sue ceneri, riprendendo stemma e maglia grazie all’enorme lavoro dietro le quinte di… Sergio Pellissier, presidente del Chievo Verona. Attualmente 16esimo nel girone B di Serie D, i Clivensi sperano di realizzare per la seconda volta nella sua storia una delle più grandi prestazioni che il Calcio abbia conosciuto: riuscire a scalare l’intera piramide dilettantistica e professionistica del calcio italiano fino a raggiungere la Serie A e l’Europeo. concorsi.
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Una ricostruzione con l’FC Clivense
Nei mesi successivi all’esclusione del club, l’ex capitano Sergio Pellissier ha guidato la ricerca di un nuovo gruppo societario per consentire la creazione di un club fenice in grado di entrare in Serie D con il nome di Chievo Verona. A causa della mancanza di un acquirente, il progetto fallì. Ed è così che Sergio Pellissier decise di separarsi dall’allora presidente Luca Campedelli, per fondare un nuovissimo club con sede a Verona, ammesso alla Terza Categoria, l’ultimo posto del campionato di calcio italiano, la nona divisione, durante la stagione 2021-2021. stagione 2022. Il club, inizialmente denominato FC Chievo 2021, ha poi cambiato nome in FC Clivense a seguito delle pressioni legali di Luca Campedelli, che deteneva ancora i diritti di gestione del marchio Chievo Verona. Per la sua prima stagione di vita, l’FC Clivense ha vinto il titolo di campione della Terza Categoria nel 2022. L’anno successivo, i giocatori allora allenati da Riccardo Allegretti hanno fatto seguito a un secondo trofeo vinto questa volta come promossi in Eccellenza. Con questo titolo conquistato nel 2023, l’FC Clivense ha potuto quindi essere promosso in Serie D dove ha concluso al 9° posto per questa prima stagione in quarta divisione.
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Il 10 maggio 2024 Sergio Pellissier ha acquisito ufficialmente con successo, durante un’asta, i diritti sul nome del club originario del Chievo Verona, permettendogli di recuperare il logo, i palmari, i numeri e le maglie del suo club preferito: “Sono stati tre anni straordinari in cui abbiamo guadagnato tantissimo. Abbiamo lavorato bene, siamo cresciuti, abbiamo iniziato a ricostruire la società. Abbiamo visto crescere giocatori, sono cresciuti anche i ragazzi che sono venuti a lavorare per noi. Andava tutto bene fino all’anno scorso quando i risultati sono stati un po’ meno buoni, non erano come speravamo, come volevamo. Con il riacquisto del marchio quest’anno possiamo riutilizzarlo: Chievo Verona. Con questo buyout si è concluso un anno forse non molto positivo a livello di risultati, quindi siamo davvero contenti di quello che è successo e sono stati davvero tre anni fantastici“, ci ha detto Sergio Pellissier. Ora, per la prima volta dalla stagione 2020/2021, il Chievo Verona partecipa ad un girone del calcio italiano. Il club è ufficialmente tornato grazie all’enorme lavoro della sua leggenda.
Uno stallo legale
Una cosa è certa, per Sergio Pellissier e i suoi colleghi non è stato facile. Secondo quanto riporta il giornale L’Arenaun certo Cristian Zaffani e la sua delegazione, considerato molto vicino all’ex allenatore del Chievo Luca Campedelli, hanno tentato di tutto per contrastare la presa del club da parte del valdostano di Fenis. Anche Zaffani, presidente del piccolo club veronese del Vigasio, voleva infatti impadronirsi dei diritti di gestione. Ma alla fine il marchio del Chievo Verona è tornato a Sergio Pellissier e al suo FC Clivense per un investimento complessivo di 330mila euro: “La difficoltà nel rilevare il marchio era legata alla lunga procedura che dovrà quindi essere portata a termine se vogliamo sperare di riprendercelo a tutti i costi. Abbiamo dovuto aspettare che il marchio venisse messo all’asta. La nostra proposta non è stata accettata, siamo dovuti andare all’asta due volte. Poi quando siamo andati a fare una proposta non è andato nessuno. L’ex presidente voleva a tutti i costi rilevare questo marchio per noi. Per noi questo è l’orgoglio, il cuore, i sacrifici, la voglia di ottenere questo marchio a tutti i costi. Questo ci ha fatto spendere più del previsto, ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, quindi è stato un risultato davvero fantastico», spiega a lungo l’ex nazionale italiano.
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Superata la parte più difficile, Sergio Pellissier può ora prendersi il tempo necessario per sviluppare, pietra dopo pietra, il suo nuovo progetto sportivo: “Credo che sognare sia la cosa più bella ed economica del mondo, quindi sognare non costa assolutamente nulla e vorrei che questo nuovo Chievo potesse almeno avvicinarsi a ciò che ha fatto la storia negli ultimi anni nel mondo italiano. calcio e spero che dia tante soddisfazioni a tutte quelle persone che da anni credono in noi. Gli associati, i sostenitori, le persone che ci seguono. Possiamo davvero fare grandi cose tornando dove il club merita di andare. La passione è ciò che mi ha sempre guidato. Non ho mai lavorato per soldi. Non ho mai investito e sudato per nessun altro scopo se non quello di fare del bene a questo club, e lo porto avanti ancora oggi come presidente. Per me, l’obiettivo è investire in qualunque cosa sponsorizzino i nostri amici o in qualunque cosa possiamo ottenere in giro. Possiamo iniettarlo nel team e possiamo anche usare questi soldi per espandere più settori e raggiungere i nostri obiettivi, quindi la passione è fondamentale“. Se l’inizio di stagione non è perfetto con un 16esimo posto nel girone B e tre sconfitte in sei partite, Sergio Pellissier sogna a lungo termine.
Un progetto sportivo chiaro
Senza avere finanze espandibili, Sergio Pellissier vuole imparare dal passato. La stabilità è oggi la missione principale dei gialloblu dopo una prima scomparsa nel 1936 poi la seconda nel 2021: “La filosofia del Chievo dà importanza ai valori. Queste sono le attenzioni che poniamo, non abbiamo assolutamente alcun obiettivo secondario se non quello di far crescere questo club, di creare tanto, di renderlo sempre più forte, sempre più importante, sempre più stabile. Se dovessi prendere un miliardario per portare la squadra ad alti livelli sicuramente contribuiremo a far sì che ciò accada. Ma se ciò non dovesse accadere, allora lavoreremo con quello che possiamo trovare senza impazzire, perché sappiamo cosa abbiamo passato e perdere un club per tre anni non è stato bello, quindi il nostro obiettivo è riportare questi valori in cui siamo cresciuti al Chievo, l’epoca in cui sono arrivato io“. Nonostante tutto, il Chievo è riuscito a reclutare giocatori interessanti come Mattias Bonafede, giovane terzino destro in prestito dall’Empoli, o il centrocampista brasiliano Paulo Henrique, passato nel settore giovanile del San Paolo. Poi l’altra missione di Sergio Pellissier: riconquistare la città di Verona.
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Per più di 20 anni, il Chievo era riuscito nell’impresa di eclissare completamente l’Hellas, che era poi ricaduto in terza divisione. Orgoglioso della propria identità locale, il piccolo club del Chievo, situato a 4,5 chilometri a nord-ovest del centro storico, vuole solleticare ancora la rivale: “La città è normale e divisa come lo è sempre stata. I tifosi dell’Hellas, che sono in grandi gruppi, molto più numerosi di noi, hanno sicuramente paura che il Chievo possa tornare ad alti livelli, perché da 20 anni sono oscurati da questo piccolo club, da questo piccolo quartiere quindi hanno questa paura. Loro non vedono la cosa di buon occhio, ma non importa, non abbiamo voglia di dimostrare che siamo migliori di loro, ma vogliamo solo dimostrare che il piccolo Chievo ha persone che credono nei loro progetti, hanno persone che lavorano per raggiungere questi obiettivi, hanno tanta, tanta, tantissima passione e credono davvero che questo club possa crescere. Penso che abbiamo un po’ di orgoglio, quello che fanno gli altri non dovrebbe interessarci perché alla fine tutto verrà da noi», ha concluso Sergio Pellissier al nostro microfono. In ogni caso, gli appassionati di calcio italiani non vedono l’ora di vedere il Derby della Scala, una delle più grandi rivalità del Calcio.
Pub. IL 06/10/2024 14:12
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