Alcuni sono particolarmente offesi dal fatto che la sua immagine di sacerdote sia associata ad alcune decisioni politiche di suo marito. “Il problema è la confusione dei ruoli. È seduta lì come rappresentante della Chiesa di Svezia o della politica del governo?” dice il teologo Joel Halldorf, sulla rivista L’Espresso. “Un prete è sempre prete, ma non sempre deve apparire prete“, titola il settimanale editoriale indipendente Giornale della Chiesa. “La funzione è più profonda del collare visibile di un prete. Non è necessario indossarlo in ogni contesto, forse non è nemmeno appropriato? Che il sacerdote, in ogni situazione, debba essere pronto a svolgere la sua funzione non significa che la camicia del prete debba essere sempre indossata. Semplicemente non è necessario che sia visibile in un pub, mentre si viaggia, su una spiaggia – o anche durante una festa per il Nobel o una visita di stato.”scrive il parroco Berth Löndahl.
Nel luglio del 2023, la first lady non si è discostata dal suo mandato ed è apparsa nelle foto ufficiali del vertice Nato indossando la tonaca sotto una lunga tunica arancione. Questa intrusione della Chiesa svedese in un incontro ufficiale ha suscitato diffuse critiche. Il momento era infatti estremamente delicato, perché il vertice si è concentrato sull’approvazione da parte della Turchia dell’ammissione della Svezia all’Alleanza Atlantica. Annika Strandhäll, deputata socialdemocratica, ha protestato dicendo che la First Lady “mostra così apertamente di rappresentare la Chiesa di Svezia in una riunione della NATO” mentre questa Chiesa”si oppone parzialmente all’adesione alla NATO.
La commistione delle due istituzioni – clericale e statale – mette quindi a disagio una parte della popolazione svedese. “Questo perché mette in discussione, in una certa misura, l’immagine dello Stato laico e della sfera pubblica come una sorta di zona religiosamente neutrale. spiega il sacerdote Carl Sjösvärd Birger, ordinato contemporaneamente a Birgitta Ed. Ma per Joel Halldorf si vede “.un Paese che è maturato nel rapporto con la religione e non ha bisogno di essere protetto dalla sola vista dei simboli religiosi […]. Questa Svezia ha più spazio non solo per i cristiani, ma anche per ebrei, musulmani, sikh e altre minoranze religiose”.