Il Paris SG ha promesso un controllo a monte dei tifos “per garantire l’assenza di messaggi di carattere politico”, ha appreso venerdì l’AFP dopo un incontro tra il club, la Federcalcio francese (FFF) e il governo.
Mercoledì, prima della sconfitta del PSG contro l’Atlético de Madrid (2-1) in Champions League, il Collettivo ultras Parigi (CUP) aveva schierato un tifo al Parco dei Principi con il messaggio “Palestina libera”, attorno ai colori rosso e blu del il club della capitale, con una bandiera palestinese insanguinata, la bandiera del Libano, carri armati e persino una persona che indossa una kefiah.
L’immensa tela con disegni che ricopriva l’intero stand di Auteuil sormontava uno striscione “Guerra in terra ma pace nel mondo”.
La FFF, rappresentata dal suo direttore delle relazioni istituzionali e internazionali Erwan Le Prévost, e il PSG, con il direttore generale Victoriano Melero, sono stati ricevuti dal ministro dello Sport, Gil Avérous, dal segretario di Stato incaricato della cittadinanza e della lotta contro la discriminazione Othman Nasrou, nonché da parte del prefetto della polizia di Parigi Laurent Nunez.
“Un dialogo franco e costruttivo ha permesso di individuare le soluzioni che il PSG si impegna a mettere in atto a partire dalla prossima partita organizzata al Parco dei Principi”, ha detto all’AFP l’entourage del ministro.
Un altro partecipante all’incontro ha spiegato all’AFP che l’accesso al Parco dei Principi al di fuori dei giorni delle partite sarà vietato alla CUP per un periodo indefinito e che il club si è impegnato a mettere in atto una procedura di controllo a priori dei tifos, in particolare “per garantire l’assenza di messaggi di carattere politico”.
Il PSG ha quindi promesso di “rafforzare il processo di controllo degli striscioni e di vietare quelli non convalidati”, secondo un’altra fonte vicina a un partecipante del club parigino.
Il CUP “non ha rispettato i regolamenti” e il PSG dovrebbe annunciare “una serie di altre sanzioni” nel prossimo futuro.
Il giorno prima la UEFA aveva assicurato che non avrebbe avviato alcun procedimento contro il PSG, ritenendo che “lo striscione esposto non poteva essere considerato provocatorio o offensivo nel caso specifico”.