Un vero e proprio simbolo dell’eccellenza francese, il Francia fu ricordato come ammirato da tutti. Chiedetelo oggi agli abitanti di Le Havre. Gli anziani hanno tremori nella voce, perché «era molto più di una barca, quasi una persona». Costruito con nuovi materiali, una tecnica di assemblaggio rivoluzionaria, una propulsione innovativa e un comfort senza precedenti, era l’orgoglio dei francesi.
C’erano tre navi di linea dalla Francia
Pochi sanno che furono chiamate tre navi di linea Francia : il primo, nel 1864, navigò per più di quarant’anni; il secondo assicurò, dal 20 aprile 1912, la linea Le Havre-New York, succedendo alla famigerata Titanico che era appena affondato… cinque giorni prima, a poche centinaia di miglia dall’America. Avrebbero potuto incrociarsi. Questa nave Franciadimenticata probabilmente a causa dell’imminente Prima Guerra Mondiale, servì come nave trasporto truppe e ospedale nel Mediterraneo. Proprio come il primo Regina Maria e il suo grande rivale francese, il Normandiarimase attraccato a New York e requisito.
Infine, dal 1960 al 2002, il famoso transatlantico Francia rimase per quarantadue anni la più grande del mondo, ma soprattutto la più prestigiosa, prima di essere detronizzata dal Regina Maria 2nel 2004. Era ancora l’epoca dei bellissimi palazzi sull’acqua che, purtroppo, hanno lasciato il posto alla bruttezza degli odierni smisurati edifici galleggianti.
Zia Yvonne inaugura il famoso transatlantico
L’11 maggio 1960 è un grande giorno. Più di centomila spettatori assistono al battesimo del nuovo di zecca a Saint-Nazaire Francia. È “zia Yvonne”, moglie del presidente de Gaulle, a tagliare il nastro per far sì che la bottiglia di champagne si frantumi contro la conchiglia.
Con 314 metri di lunghezza, una velocità di 35 nodi (63 km/h), l’ Francia può trasportare 2.000 passeggeri e 1.000 membri dell’equipaggio. Effettuerà 377 traversate di quattro giorni e mezzo da Le Havre a New York; trasporterà quasi 600.000 persone durante i suoi dodici anni di servizio.
La guerra del 1940 è ormai lontana e questa barca è il segno del ritorno della Francia al rango di grande potenza. Ciò spiega il grande entusiasmo della folla che ha ascoltato il vibrante discorso del Generale per il quale il prestigio, lungi dall’essere un capriccio, è un bene di indipendenza. E quindi libertà per il suo popolo.
La crociera è divertente
Il rivestimento Francia diventerà il beniamino di artisti e star di tutto il mondo. Insieme al Festival di Cannes, è il luogo “sulla terra” dove ci divertiamo di più. Tra questi, citiamo i più noti: Michèle Morgan, Juliette Gréco, Chagall, Joseph Kessel, Grace Kelly, Audrey Hepburn, James Stewart… e il presidente Eisenhower. Poi Alain e Nathalie Delon, Bourvil, infine Belmondo, de Funès, Galabru che vi girano due film: Il cervello e la continuazione di Gendarme di Saint-Tropez (L’agente a New York).
Al lusso della barca, e alla fantasia dei suoi creatori e interior designer, non manca nulla: arazzi di Aubusson, otto bar, due piscine, sale di spettacolo (cinema, teatro, ecc.), una biblioteca di 3.000 libri, sale di musica, giochi, bridge, calcio balilla e flipper; palestra, squash, giochi in spiaggia, pallavolo, ping-pong; un tiro al piccione su un ponte convertito; una cappella e perfino una prigione! C’è anche un telegiornale sulla vita a bordo che potrai seguire dalla tua cabina per non perdere nulla.
Un passaggio segreto attraverso l’opera dello Spirito Santo
I bambini hanno diritto al loro teatrino delle marionette con Guignol. E i cani, poiché non dobbiamo dimenticare nessuno, hanno il loro canile. La carta del ristorante propone anche un menù per il migliore amico dell’uomo con, ad esempio, “riso cosparso di succo di carne e fette biscottate in polvere”. Per i passeggeri di prima classe le “quaglie alla Souvaroff ripiene di foie gras” sono la specialità della nave. Dobbiamo onorare l’alta cucina francese.
Ricordo di un giovane viaggiatore: “ Era una barca enorme, piena di angoli e fessure. Avevamo trovato il modo di passare in prima classe attraverso la cappella che aveva due porte! Abbiamo potuto visitare le macchine. Si udì un rumore colossale e l’immensità delle quattro grandi caldaie alte dieci metri… »
Quando Dalì e Hitchcock sono i clown
La testimonianza di un capocameriere in sala: “ Ci siamo presi molta cura dei passeggeri. La regola era: servire il più possibile, prestare attenzione al cliente, senza disturbarlo! Uno che passava spesso era Salvador Dalì, un affascinante gentiluomo. Arrivava sempre ultimo. C’era una scalinata monumentale che scese a modo suo e tutti applaudirono. Quando gli è stato chiesto perché lo avesse fatto, ha risposto con autoironia: “Sono Dalì, interpreto Dalì”. » Il grande pittore era un frequentatore abituale che viaggiava spesso con i suoi felini: i gattopardi. Si è rifiutato di lasciarli al canile della nave. Quindi, abbiamo finito per metterli delicatamente in prigione, a causa degli odori di cui i clienti si lamentavano. Un giorno, il regista Alfred Hitchcock, soprannominato “il maestro della suspense”, strangolò un impiegato della nave di linea… ma non fu messo in prigione, perché in realtà recitava davanti all’obiettivo di un fotografo.
Johnny Halliday canta davanti a Jackie Kennedy
Il primo sbarco di Francia negli Stati Uniti è memorabile. La nave viene “portata” in trionfo dalla folla. Viene scortato da elicotteri, al suono di numerose sirene accompagnate dagli spruzzi d’acqua delle motopompe. Johnny Halliday canterà davanti alla first lady, Jackie Kennedy, che accoglie il gigante dei mari nel porto di New York. Successivamente fu il presidente Kennedy a ricevere la Gioconda; lasciò il Louvre per essere prestato per diversi mesi alla National Gallery di Washington.
La concorrenza degli aerei ma soprattutto la crisi petrolifera del 1973 segnò la fine dei Trente Glorieuse e dei transatlantici. Non più redditizio, alla fine rimase per molti anni ormeggiato a Le Havre, sul Quai de l’oubli, con la sola compagnia delle mucche del prato accanto. Gli abitanti, molti dei quali vivevano lì, avranno qualche difficoltà a sopportare e dimenticare la scomparsa del gigante che tanto amavano. Dato che Michel Sardou canta così bene, non chiameremo mai più quella Francia!
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