Cosa dicono i numeri?
Mostrano un forte rallentamento dell’inflazione in Francia, dopo il 2023 al 4,9% e il 2022 al 5,2%.
Secondo l’indice armonizzato HICP di Eurostat, che consente di confrontare i paesi europei tra loro, anche la Francia è ben posizionata con un’inflazione dell’1,8% nel 2024.
Il tasso IAPC della zona euro è pari al 2,4%. L’intervallo va dall’1,0% per l’Irlanda al 4,5% in Croazia. La prima potenza economica della zona, la Germania, ha registrato il 2,8% come la Spagna, e quasi quanto la Grecia, al 2,9%.
I salari crescono più lentamente
Una prima spiegazione risiede nell’evoluzione dei salari. La Francia registra infatti “un aumento dei salari inferiore a quello del resto della zona euro”, indica Anthony Morlet-Lavidalie, economista di Rexécode.
In Germania, invece, i salari “sono stati molto bassi negli ultimi 10 o 15 anni e ora stanno recuperando terreno”, cosa che fa salire l’inflazione, precisa.
Settore meno competitivo
Su un anno, l’indice dei prezzi al consumo dei prodotti manifatturieri è diminuito dell’1,4% nel dicembre 2024, mentre è aumentato dell’1,4% nel dicembre 2023, ha indicato l’INSEE. Diverse ragioni per questo declino.
Dopo due anni a livelli elevati, in particolare a causa dello scoppio della guerra in Ucraina, i prezzi delle materie prime (energia, metalli, ecc.) si sono calmati nel 2024. Ciò ha ridotto i costi di produzione dei manufatti e quindi i loro prezzi. In un contesto molto competitivo, la Francia, uno dei paesi più deindustrializzati d’Europa, è meno armata di alcuni dei suoi vicini.
“In un settore come quello automobilistico, ad esempio, i prezzi (dei beni) sono aumentati molto di più in Germania, perché si tratta di prodotti di fascia alta”, continua l’economista di Reexecode. “La Francia è specializzata in pochi beni; l’aeronautica, il lusso, una piccola farmacia, ma per il resto, la chimica pesante o la metallurgia, ad esempio, abbiamo molta meno capacità di aumentare i prezzi”, aggiunge.
Potenza agricola
Il calo dell’inflazione è dovuto anche alla flessione dei prezzi dei prodotti alimentari nel 2024. E in questo settore la Francia presenta alcuni ulteriori vantaggi.
Da un lato, “è una potenza agricola”, il che le consente di fare meno affidamento sulle importazioni, e quindi di essere meno soggetta alla pressione internazionale sui prezzi. D’altro canto, “la grande distribuzione francese è più forte che altrove, il che permette di negoziare prezzi più bassi” per i consumatori, sottolinea Morlet-Lavidalie.
Resti di misure energetiche
La Francia “ha fatto un uso molto maggiore di strumenti di controllo dei prezzi, dei prezzi dell’energia e anche degli affitti, che sono stati in grado di rallentare la trasmissione dello shock inflazionistico” quando i prezzi erano ai massimi, dal 2022 al 2023, commenta François Bossy, capo economista Francia per la Società Generale.
Ad esempio, lo scudo dei prezzi su gas ed elettricità, istituito alla fine del 2021 e prorogato fino al 2024, ha contribuito a contenere l’aumento dei prezzi che ha avuto un impatto maggiore sui vicini.