Questi giganti di pietra, carta e televisione

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In mancanza di un elenco di buoni propositi, Monsieur Nostalgie colloca l’anno 2025 sotto il segno del mistero magnetico, delle ballate italiane e delle farse poliziesche francesi. In questa prima domenica di gennaio ci invita ad andare all’Isola di Pasqua, ad ascoltare Lucio Battisti e a rivedere la finta coppia Car(r)el nel post!


La nostalgia guida il nostro mondo intimo. Senza di essa saremmo privati ​​della nostra razione di sopravvivenza. Dalla nostra ultima riserva di umanità. Come sopportare il declino dei tempi nuovi senza appoggiarsi allo zinco dei tempi vecchi? Per gli uomini di cuore è una questione di equilibrio mentale, di stabilità etica. Indulgendo troppo nelle notizie, finiamo per assorbire nel nostro corpo e nella nostra mente un veleno dannoso: il disprezzo per noi stessi. Senza la tutela del passato, il nostro presente non avrebbe materialità, non avrebbe eco, ci sfuggirebbe sotto i piedi, cammineremmo come ubriachi con passo incerto. Il passato, fantasticato o no, idolatrato o no, è l’unica chiave per sbloccare vite chiuse.

L’isola misteriosa

Quindi, anche quest’anno continuerò a diffondere le mie vecchie cose, a condividere con voi i miei diversivi sentimentali e a tuffarmi nella naftalina. In questo periodo incerto dove il disgusto per la politica e la sorveglianza morale impediscono di pensare con serenità, dove nessun orizzonte plausibile sembra emergere, è bene trarre forza tellurica dalle civiltà più lontane. Un po’ di mistero non nuoce ai razionali, ai bisognosi e agli altri portatori di sventura che cercano di governarci. Può sorprenderci, ma la memoria mediatica è più che frammentaria, che il nome di Francis Mazière (1924 -1994) sia scomparso dalle cornici. Avrebbe compiuto 100 anni questo archeologo ed etnologo dalla voce radiofonica, dissidente per natura, esploratore di popoli primitivi. Come scrivo spesso su queste colonne, la letteratura prende strade secondarie. Mi interessava questo scienziato, un oratore brillante, che ebbe ampia pubblicità negli anni ’60 e ’70 attraverso un aneddoto familiare. Mio cognato, collezionista di Citroën GS e CX, grande organizzatore della tragica fine dei Trente Glorieuses, tramite un antiquario, acquistò un mobile da soggiorno appartenuto a questa inclassificabile figura. Per rendersi conto dell’impatto che Mazière ha avuto sulle generazioni più giovani, bisogna vederlo, in movimento, raccontare le sue avventure e le sue scoperte. Fa scoppiare lo schermo. Il viaggiatore appassionato ed emozionante rimprovera i sostenitori della scienza pura rimandandoli ai loro studi. Lui, a differenza dei burocrati della spedizione, vide con i propri occhi i figli indiani dell’Amazzonia, l’arcipelago Tiki, il deserto del Sinai e le gigantesche statue dell’Isola di Pasqua. Il suo bestseller Fantastica Isola di Pasqua pubblicato da Robert Laffont nel 1965, è stato incluso nella raccolta “Le Livre de Poche Exploration” insieme alle star dell’avventura Alain Bombard, il comandante Cousteau, Maurice Herzog, Haroun Tazieff e Paul-Emile Victor. Questo libro tascabile è stato offerto anche nelle stazioni Elf. Mazière diventa nel documentario un insegnante straordinario, affascinante e convincente “Via all’avventura” (disponibile gratuitamente sul sito RTS). Ha la compostezza e il carisma delle persone penetrate da un’altra verità. Nel 1975, a Apostrofici mette in guardia dalle conclusioni affrettate di un progressismo che risponde a tutto e ci chiede di essere modesti di fronte a “ verso mondi che non conosciamo “. Già in un numero di Cartelle dello schermo intitolato “Gli antichi avevano segreti che noi abbiamo dimenticato”affascina lo spettatore medio con il suo modo brusco e vivace, antiaccademico e avventuroso di raccontare i suoi viaggi, in particolare quello verso l’ombelico del mondo, partito dalla Francia il 22 novembre 1962 su un ketch di 16 metri con centosessanta giorni al galleggiamento in mare. E il mistero dei giganti continua a perseguitare i suoi lettori. Come potevano muoversi blocchi del peso di decine di tonnellate sulla terra vulcanica, su un’isola dove il legno era raro? Potrebbero esserci altri motivi? “ E se certi uomini, in un certo momento, avessero potuto utilizzare le forze elettromagnetiche o la forza antigravitazionale? È esasperante, ma meno stupida della storia del purè di patate (alcuni autori sostenevano che sotto la statua fosse posto un vero e proprio manto di patate dolci e patate dolci, una sorta di pastone scivoloso), scrive.

Ammaliante varietà italiana

C’è un mistero anche Lucio Battisti (1943 – 1998), il più enigmatico cantautore italiano del dopoguerra, talentuoso chitarrista e detentore di un segreto con il suo paroliere Mogol, quello di un varietà ammaliante, popolare e metafisico insieme, con una finezza semantica e una profondità apnea che ci danno un po’ di coraggio in questo inizio anno. Lucio era un enigma del mondo dello spettacolo. Ha rifiutato le interviste e non esiste una sua biografia tradotta in francese. I suoi successi “Ancora tu” o “Prendila così” agiscono come le tovagliette della mia infanzia sotto la terracotta di Gien, aprono le porte di un’emozione troppo a lungo trattenuta. Invece di ascoltare Bayrou, ti consiglio di fare un corso di Battisti per tutto il mese di gennaio, pulisce l’anima da tutte le scorie.

E il mio ultimo consiglio è di guardare “Le indagini Camaleonte” (INA Madelen) con la coppia composta da Dany Carrel e Roger Carel, i loro figli Sabine Paturel e David Brécourt e il curatore Jean Rougerie. Questa miniserie è obsoleta, quindi essenziale. È successo nel secolo scorso, nel 1987, su Antenne 2. Buon anno 2025!

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