DNA della Morte Nera trovato in una mummia egiziana

DNA della Morte Nera trovato in una mummia egiziana
DNA della Morte Nera trovato in una mummia egiziana
-

I ricercatori hanno recentemente fatto una scoperta rivoluzionaria mentre analizzavano un’antica mummia egiziana. Questo rivela la presenza dei batteri Yersinia pestis che fu responsabile della peste bubbonica molto prima della devastante epidemia che colpì l’Europa del XIV secolo. Questa scoperta mette in discussione la visione tradizionale della storia della peste, suggerendo che la malattia esistesse già nel Nord Africa agli albori dell’età del bronzo.

Il contesto della scoperta

La scoperta della presenza dei batteri Yersinia pestis in una mummia egiziana rappresenta un importante progresso per i ricercatori nel campo della paleomicrobiologia. Datato intorno 3 290 anniquesta mummia appartiene a un individuo della fine del Secondo Periodo Intermedio o dell'inizio del Nuovo Regno, un periodo segnato da sconvolgimenti sociali e politici nell'antico Egitto.

I ricercatori sono stati in grado di estrarre il DNA della peste da due fonti distinte: tessuto osseo e contenuto intestinalefornendo così una prova evidente che quest'uomo aveva la peste bubbonica prima di morire. Questa scoperta va oltre la semplice identificazione della malattia; fornisce una visione diretta dell’entità dell’infezione nel corpo umano negli stadi avanzati della malattia.

L'importanza di questa scoperta non si limita a confermare l'esistenza della peste nel Nord Africa, ma a il suo coinvolgimento nella storia complessiva della malattia. Prima di questo studio, infatti, la peste era associata principalmente all’Europa e all’Asia, e si pensava che fosse comparsa in Africa solo in tempi più recenti. Il genoma di Yersinia pestis scoperto in questa mummia egiziana è il primo ad essere trovato al di fuori dell'Eurasia, aprendo nuove prospettive per storici e ricercatori. Ciò implica che la peste potrebbe aver viaggiato attraverso antiche rotte commerciali molto prima di quanto si pensasse, modellando così le dinamiche delle società antiche.

Questa ricerca è stata condivisa al convegno della European Paleopathology Association, sottolineandone l’importanza nel rivalutare le origini e l’impatto della peste nel mondo antico.

Un'illustrazione del batterio Yersinia pestis. Crediti: Sciencepost/generato da Grok

La storia della peste in Egitto

Prima di questa scoperta, la presenza della peste nell’antico Egitto rimaneva un’ipotesi largamente speculativa. Tuttavia, diversi indizi avevano indirizzato i ricercatori in questa direzione. Le rive del Nilo erano un terreno fertile ideale per la malattia, con condizioni favorevoli proliferazione delle pulci portatrici dei batteri Yersinia pestis.

Una scoperta fondamentale è avvenuta negli anni 2000, quando un gruppo di ricercatori trovò pulci in un sito archeologico ad Amarna dove risiedevano i lavoratori che aiutarono a costruire la tomba di Tutankhamon. Le pulci, considerate il principale vettore della peste, hanno dato origine alla teoria secondo cui la peste avrebbe potuto circolare ben prima della pandemia medievale che devastò l’Europa.

Un altro elemento chiave in questa ipotesi è il papiro Ebersun testo medico di 3.500 anni che descrive sintomi simili alla peste, inclusi “bubboni” e pus pietrificato, caratteristiche tipiche della malattia. Sebbene questo testo non menzioni esplicitamente la peste bubbonica, le somiglianze tra i sintomi descritti e quelli della peste moderna suggeriscono che questa patologia, o almeno una forma affine, potrebbe aver colpito gli abitanti dell'antico Egitto. Questi elementi gettarono quindi i semi della possibilità che la peste potesse essere presente in questa regione molto prima di quanto si pensasse.

Implicazioni storiche e trasmissione della peste

La scoperta della presenza della peste nell'antico Egitto solleva diversi interrogativi su come questa malattia si sarebbe diffusa oltre i confini dell'Egitto. Uno degli aspetti più affascinanti di questo studio è la possibilità che la peste si sia diffusa attraverso reti commerciali che attraversavano il Mediterraneo e oltre. Alcuni ricercatori ritengono che le pulci infette, trasportate dai ratti, abbiano svolto un ruolo cruciale nella diffusione della malattia. Ratti neri, ospiti favoriti delle pulcierano spesso presenti a bordo delle antiche navi in ​​viaggio tra i porti del Mediterraneo. Questo viaggio avrebbe facilitato la trasmissione della malattia, non solo in Egitto, ma anche in regioni come il Nord Africa, il Medio Oriente e persino l’Europa.

La teoria secondo cui la peste potrebbe essere circolata molto prima di quanto si pensasse sfida quindi l’idea tradizionale secondo cui sarebbe arrivata in Europa con la pandemia medievale del XIV secolo. Se questa malattia avesse già attraversato le civiltà mediterranee prima di allora, ciò potrebbe spiegare alcune antiche epidemie e il loro impatto sulle società antiche. Le implicazioni di questa scoperta sono vaste: suggeriscono non solo che la peste fosse tra le malattie che colpivano le civiltà antiche, ma anche che probabilmente influenzò le relazioni commerciali e culturali dell’epoca. Ciò spinge i ricercatori a ripensare la storia delle pandemie, la loro diffusione e il loro impatto sulle società ben prima del periodo medievale.

-

PREV Epidemia di influenza aviaria: una ventina di grandi felini morti in un santuario
NEXT vaccinazione infantile obbligatoria dal 1° gennaio