I dipendenti in congedo per malattia possono ora continuare ad accumulare ferie retribuite, indipendentemente dall’origine della loro assenza. Questa riforma, in vigore dal 2024, introduce diritti ampliati e nuovi obblighi per i datori di lavoro. Una svolta importante che merita di essere esaminata in dettaglio.
In precedenza, solo le assenze per malattia legate a infortuni sul lavoro o malattie professionali davano diritto a ferie retribuite, nel limite di un anno di assenza. Da aprile 2024 questa regola si applica anche alle soste non professionali. D'ora in poi un dipendente potrà accumulare fino a 24 giorni lavorativi all'anno per un arresto tradizionale, contro i 30 giorni per un arresto legato a una causa professionale. Ciò rappresenta un notevole passo avanti per i dipendenti assenti per motivi di salute, standardizzando al tempo stesso i diritti.
Le novità apportate dalla riforma sulle assenze per malattia retribuite
La riforma impone un obbligo di informazione a carico del datore di lavoro. Al momento del rientro al lavoro, quest'ultimo dovrà comunicare al lavoratore il numero di ferie retribuite maturate durante l'interruzione nonché il termine per la loro fruizione. Il congedo ottenuto dovrà essere utilizzato entro 15 mesi. Ad esempio, le ferie acquisite nel maggio 2024 possono essere godute fino alla fine di agosto 2025. Questo obbligo rafforza la trasparenza e garantisce che i dipendenti non perdano i loro diritti a causa dell'ignoranza.
Una delle innovazioni più notevoli di questa riforma è la sua retroattività. I dipendenti possono richiedere il congedo retribuito per malattia a partire dal 1° dicembre 2009. Ciò apre la strada a notevoli pretese per coloro che non erano stati informati o che sono stati danneggiati dalle norme precedenti. Questa disposizione mira a correggere le disuguaglianze del passato riconoscendo i diritti dei lavoratori.
Calcolo e indennità per assenze per malattia retribuite
Il calcolo dell'indennità per ferie retribuite si basa su due metodi: 1/10ᵉ della retribuzione lorda o mantenimento dello stipendio. I dipendenti ricevono sempre l'importo più vantaggioso. Per i congedi non professionali l'indennità corrisponde all'80% della retribuzione, mentre è intera per i congedi professionali. Questi termini garantiscono una remunerazione giusta ed equa per i dipendenti.
Sebbene questa riforma costituisca un progresso significativo, non è unanime. Alcune associazioni sottolineano la complessità amministrativa per i datori di lavoro e temono ritardi nell'applicazione dei diritti retroattivi. Tuttavia, questa riforma rafforza la tutela dei dipendenti in congedo per malattia, chiarendo al contempo le regole per acquisire il congedo retribuito. Uno sviluppo che potrebbe ispirare altri aggiustamenti in termini di diritto del lavoro.
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