Il porto fluviale dei cereali di Metz ha subito un rallentamento dopo l'incidente avvenuto sulla Mosella all'inizio di dicembre. Tuttavia trasporta otto milioni di tonnellate di merci all’anno in tutta Europa. Le conseguenze sono dirette per le esportazioni di cereali e di colza dell'Alta Marna. Spiegazioni.
Dall'8 dicembre il principale porto fluviale francese di cereali si trova in un vicolo cieco. Il porto di Metz è parzialmente fermo a causa dell'interruzione totale del traffico fluviale sul fiume Mosella. Il motivo: a Müden, in Germania, una chiusa è stata danneggiata dopo essere stata colpita da una nave mercantile. I lavori di riparazione dureranno fino a marzo 2025 con, nel frattempo, gravi rallentamenti al traffico fino a metà gennaio 2025.
Le conseguenze di questa rottura furono molto rapidamente significative e continuano. Settanta imbarcazioni sono state bloccate sul fiume in Germania e Lussemburgo e 35 sul versante francese con le materie prime immediatamente reindirizzate su strada. L'attività del porto è diminuita rapidamente dal 50 all'80%, sapendo che l'incidente è avvenuto nel posto peggiore. La serratura non è foderata ed una seconda non permette il passaggio dei cereali. Il collo di bottiglia è bloccato e l'accesso è bloccato.
Un centro nevralgico
Per i cereali e i semi oleosi raccolti nell'Alta Marna, l'incidente non è privo di conseguenze. Jean-François Ferrand, responsabile della riscossione presso Sepac Compagri, sottolinea che i problemi si stanno risolvendo poco a poco. Ma dal 20 al 30% dell'orzo da birra dell'Alta Marna è valutato sul mercato della Mosella. Lo sconto è quindi automatico, soprattutto perché già i prezzi non erano ottimi a causa del consumo di birra a mezz'asta in tutta Europa.
Peggio ancora: per la colza, il porto di Metz, dove transita dal 30 al 50% della colza dell'Alta Marna, è il punto di quotazione sul mercato dei futures per tutta la Francia. Quindi è il porto di Metz che starnutisce e sono tutti gli agricoltori francesi che prendono il raffreddore. Gli acquirenti hanno posticipato i loro acquisti di colza verso la scadenza di maggio invece che di febbraio. Risultato: i prezzi sono scesi di oltre 100 euro la tonnellata a metà dicembre per recuperare a fine anno con un calo di circa quindici euro la tonnellata.
Infine, dopo lo scarso raccolto di grano quest'estate nell'Alta Marna e il suo significativo declassamento per alimentare il grano, una grande quantità partirà attraverso il porto di Metz (dal 15 al 20%). Il flusso è quindi attualmente notevolmente rallentato e, secondo Jean-François Ferrand, “una catena logistica interrotta”. In altre parole, il grano è bloccato nelle aziende agricole e attualmente gli agricoltori difficilmente riescono a commercializzarlo.
Frédéric Thévenin