I pazienti sottoposti a trapianto di cuore potrebbero aver ricevuto più di un semplice organo. Diversi studi tracciati da IFLScienza, Mercoledì 11 dicembre 2024, trasmesso da Ardesia si guardino le ragioni che potrebbero aver portato chi ha ricevuto un trapianto di cuore ad ereditare anche i gusti, addirittura i ricordi, appartenuti inizialmente al donatore. Sono state formulate diverse ipotesi.
Trasformazioni notevoli
“Prove emergenti suggeriscono che il trapianto di cuore può comportare il trasferimento di tratti della personalità e ricordi dal donatore al ricevente, sfidando le concezioni tradizionali di memoria e identità”hanno scritto ricercatori medici sauditi in uno studio pubblicato nell’aprile 2024 sulla rivista medica Cureus. La scienza ha infatti segnalato diversi casi di pazienti che potrebbero aver visto cambiare le loro preferenze in termini di cibo o musica, o addirittura il loro orientamento sessuale, dopo un trapianto di cuore. Tuttavia, questi cambiamenti seguirebbero stranamente le preferenze del donatore.
Uno studio pubblicato nel marzo 2002 sulla rivista scientifica Journal of Near-Death Studies, ad esempio, cita il caso di un ballerino che non aveva mai mangiato crocchette di pollo, e che affermava di aver provato un desiderio irrefrenabile di mangiarle al momento della sua uscita dal carcere. Ospedale. Il suo donatore amava così tanto il cibo che quando morì furono trovate delle crocchette nella sua giacca.
Un altro caso va ancora oltre e dimostra che un certo ricordo potrebbe essere trasmesso. Un paziente che ha ricevuto un trapianto potrebbe aver sviluppato una fobia dell’acqua dopo l’operazione. Tuttavia, sembrava che l’uomo di cui aveva ricevuto il cuore fosse stato vittima di annegamento.
Memoria cardiaca o stress emotivo?
Allora come possiamo spiegare questo fenomeno? Sono state avanzate quattro ipotesi. Il primo suggerisce la possibilità che anche cellule o reti di cellule non neuronali possano immagazzinare ricordi. La seconda propone che un trapianto possa portare a modifiche epigenetiche, cioè a una modificazione dell’espressione genica. Un terzo parla di interazioni legate al campo elettromagnetico del cuore trapiantato. Un’ultima ipotesi, infine, stima che una complessa rete neuronale presente nel cuore e deputata alla regolazione della frequenza cardiaca potrebbe in realtà svolgere il ruolo di “piccolo cervello”.
“La rete neurale del cuore e la sua comunicazione bidirezionale con il cervello supporta l’idea di una connessione cuore-cervello nella memoria e nella personalità”hanno aggiunto anche gli scienziati. Resta un’ultima ipotesi: quella di un effetto psicologico. Lo stress fisico e mentale generato dall’operazione potrebbe quindi portare a sensazioni che vengono semplicemente percepite come « souvenir » del donatore.
Health