Stare da soli aumenta il rischio di infarto, secondo uno studio

Stare da soli aumenta il rischio di infarto, secondo uno studio
Stare da soli aumenta il rischio di infarto, secondo uno studio
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La solitudine, un pericolo sottovalutato per la salute? Lo sostiene uno studio condotto dall’Università di Harvard che identifica il legame tra solitudine cronica e alto rischio di infarto.

“La solitudine non esiste” cantava Gilbert Bécaud. La scienza non è d’accordo e ha scoperto che la solitudine gioca un ruolo nel verificarsi degli attacchi di cuore.

Secondo uno studio condotto da Harvard e pubblicato il 24 giugno su eClinicalMedicine, la solitudine cronica può aumentare significativamente il rischio di ictus negli anziani.

Precedenti ricerche hanno già dimostrato che la solitudine aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia, lo studio pubblicato giovedì è uno dei primi a studiare l’impatto della solitudine sul rischio specifico di infarto.

Tra il 2006 e il 2008, 12.161 partecipanti di età superiore ai 50 anni e che non avevano mai avuto un infarto sono stati interrogati sul loro isolamento. Quattro anni dopo, hanno dovuto rispondere alle stesse domande. Hanno così potuto essere collocati in quattro gruppi in base al loro grado di solitudine: “costantemente basso”, “in remissione”, “recente insorgenza” e “costantemente alto”.

Il gruppo che riportava una solitudine cronica “costantemente alta” aveva il 56% in più di probabilità di avere un attacco di cuore rispetto al gruppo con una solitudine “costantemente bassa”.

Sembra che l’impatto della solitudine sul rischio di ictus si osservi solo a lungo termine: nulla indica chiaramente che i gruppi con solitudine in remissione o comparsa di recente siano più a rischio.

LA SOLITUDINE, UN PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA

“La solitudine è sempre più considerata un grave problema di salute pubblica”, spiega il direttore della ricerca Yenee Soh. Questo problema è stato individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che lo scorso anno ha creato una Commissione per promuovere la coesione sociale.

I ricercatori hanno anche esaminato l’isolamento sociale e i sintomi depressivi, entrambi vicini ma distinti dalla solitudine. Tra questi tre fattori, è la solitudine cronica ad aumentare maggiormente il rischio di ictus.

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