La RDC sta senza dubbio attraversando la più grave epidemia di vaiolo delle scimmie mai conosciuta fino ad oggi, con casi in quasi tutte le province. Ad oggi, indica il dottor Cris Kacita, sono colpite ventiquattro (24) delle ventisei (26) province, le ultime quattro delle quali sono: Kongo Centrale, Nord Kivu, Lualaba e Kinshasa – l’unica ad aver registrato casi l’anno scorso -.
“Non possiamo controllare in particolare i movimenti delle popolazioni che trasportano le baleniere. Osserviamo una significativa contaminazione umana, in particolare attraverso i rapporti sessuali”, spiega il dottor Cris Kacita, responsabile delle operazioni del sistema di gestione degli incidenti di vaiolo delle scimmie presso il Programma nazionale di lotta al vaiolo delle scimmie e alle febbri emorragiche virali (PNLMPOX-FHV).
Se l’anno scorso il Paese aveva registrato 14.000 casi per 600 morti, a metà giugno 2024 la RDC aveva già “circa 8.600 casi con 410 morti”. “Di questo passo rischiamo di diventare fonte di casi per altri Paesi”, avverte il medico.
Nelle province recentemente colpite come il Nord Kivu, tre casi sono stati registrati a Goma, uno nel territorio di Nyiragongo, afferma il dottor Cris Kacita, che “teme una rapida progressione dell’epidemia con promiscuità e sfollati di guerra”.
A Kinshasa, quest’anno, rileva, “ci sono stati tre casi provenienti dalla zona sanitaria di Mushi, nella provincia di Mai-Ndombe, ce n’è stato uno che è scappato ed è tornato a Mushi. Il secondo è quasi guarito. Il terzo attende il risultato ma sta migliorando”.
Secondo Cris Kacita, sono necessari 84 milioni di dollari per organizzare la risposta a questa epidemia nelle province prioritarie e più a rischio. “Siamo riusciti a raccogliere solo 8 milioni di dollari”, ha detto, precisando che il piano di risposta è stato lanciato oggi nella provincia dell’Equatore con l’OMS.
