a La mammografia dual-energy o la TC mammaria dedicata arricchita con un mezzo di contrasto iodato sono oggi gli esami più avanzati. Un articolo solleva la questione del rischio del materiale di contrasto iodato per i reni dei pazienti. La Società Europea di Radiologia raccomanda una valutazione della filtrazione glomerulare solo in caso di malattia renale o diabete mellito.
La mammografia con mezzo di contrasto (CEM) e la tomografia computerizzata mammaria dedicata (dCT) utilizzano mezzi di contrasto a base di iodio (ICM) per visualizzare la neovascolarizzazione nel seno. L’angiogenesi tumorale produce vasi che spesso perdono, causando l’accumulo di materiale di contrasto nei tessuti del cancro al seno.
Mammografia duale o TC mammaria dedicata, fai la tua scelta!
Il vantaggio dell’imaging con contrasto del seno è chiaro: identificare aree di ipervascolarizzazione, con maggiore contrasto rispetto al tessuto mammario, per visualizzare un tumore maligno, anche in un seno denso. Offre un’alternativa economica e rapida in particolare alla risonanza magnetica.
La mammografia digitale a doppia energia produce due immagini per seno per visualizzazione: una simile a una mammografia standard (immagine a bassa energia) e l’altra (immagine ad alta energia) che consente la ricostruzione post-elaborazione di un’immagine ricombinata per visualizzare aree di miglioramento del contrasto. dCTd produce immagini 3D del seno con elevata risoluzione spaziale, eliminando la sovrapposizione del tessuto mammario, migliorando potenzialmente la rilevabilità delle lesioni e l’efficienza diagnostica.
Un articolo solleva la questione del rischio del materiale di contrasto iodato per possibili danni ai reni
Ma l’iniezione del mezzo di contrasto non è una procedura banale ed è necessario, in questo contesto, monitorare la funzionalità renale della paziente misurando la creatinina. Questo problema viene sollevato un articolo sviluppato da radiologi italiani e olandesi e pubblicato sull’European Radiology Journal. Per loro, l’uso di questionari sui pazienti ha rappresentato un approccio alternativo sin dalla metà degli anni ’90 per valutare il rischio di danno renale.
La società scientifica europea raccomanda la valutazione della filtrazione glomerulare solo in caso di malattia renale o diabete mellito.
Secondo l’American College of Radiology e la National Kidney Foundation, una storia di malattia renale è il fattore di rischio più importante nel determinare la funzionalità renale. Mentre la Società di Radiologia dei Paesi Bassi e il Collegio Italiano di Radiologia raccomandano di valutare la filtrazione glomerulare per tutti i pazienti che ricevono un’iniezione intravascolare di mezzo di contrasto, l’ESUR la indica solo per i pazienti con una storia di malattia renale, chirurgia renale, proteinuria, ipertensione, iperuricemia e diabete. mellito.
Gli autori dell’articolo suggeriscono infine di testare la filtrazione glomerulare nei pazienti ambulatoriali in attesa di mammografia o dCTMA con mezzo di contrasto solo se hanno una storia di malattia renale e/o diabete mellito.
Paolo Roiano