Lo studio rileva che molte infezioni umane da influenza aviaria sono passate inosservate.
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- Uno studio recente rivela che il numero di casi umani di influenza aviaria potrebbe essere sottostimato.
- Lo studio suggerisce di testare tutti i lavoratori delle aziende agricole infette, anche senza sintomi visibili.
- I lavoratori esposti ad alto rischio dovrebbero ricevere un trattamento antivirale, anche in assenza di sintomi.
Una sottostima dei casi umani di influenza aviaria
Secondo un recente studio, il numero di casi umani di influenza aviaria potrebbe essere più elevato di quanto si pensasse in precedenza. In effetti, la ricerca ha rilevato che anche il 7% dei lavoratori degli allevamenti da latte, dove le mucche erano infette dal virus, lo avevano contratto.
Questo studio, pubblicato nel rapporto settimanale sulla morbilità e mortalità del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie), è stato condotto dai ricercatori di questa agenzia americana, in collaborazione con i dipartimenti sanitari statali del Colorado e del Michigan.
Un appello per una maggiore sorveglianza
I ricercatori hanno osservato che anche se questi lavoratori avessero contratto il virus dell’influenza aviaria, questi numeri non si riflettevano nei conteggi ufficiali. Di fronte a questi risultati, l’agenzia ha raccomandato di sottoporsi al test su tutti i lavoratori degli allevamenti con mucche infette, anche se non presentano sintomi visibili.
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Fino ad ora, solo i lavoratori che mostravano sintomi dopo l’esposizione a mucche infette venivano raccomandati per i test. Oggi l’agenzia raccomanda a screening e trattamento più ampio.
Prevenzione rafforzata
Inoltre, l’agenzia ha raccomandato la somministrazione del farmaco antivirale Tamiflu a tutti i lavoratori esposti ad alto rischio con animali infetti, anche se non indossavano dispositivi di protezione individuale (DPI).
Delle 115 persone sottoposte al test, otto avevano anticorpi, suggerendo che fossero state infettate dall’influenza aviaria. Solo quattro di loro ricordavano di aver avuto sintomi, solitamente molto lievi, come occhi rossi, febbre, naso che cola, mal di gola, starnuti o diarrea.
Un rischio reale ma sottovalutato
Nessuno dei lavoratori indossava i DPI consigliati. Pulivano la sala di mungitura oppure mungevano le mucche da soli. Solo uno di loro sapeva che le mucche con cui lavorava erano infette dal virus H5N1.
Quest’anno sono stati segnalati negli Stati Uniti un totale di 46 casi umani di H5N1. Tuttavia, i lavoratori identificati in questo nuovo studio non verranno aggiunti al conteggio dei casi perché la loro infezione non era attiva.