“Di fronte alla malattia di Charcot, le scelte di fine vita”

“Di fronte alla malattia di Charcot, le scelte di fine vita”
“Di fronte alla malattia di Charcot, le scelte di fine vita”
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Il nostro dossier:

Come viene effettuato lo screening per la malattia di Charcot, a volte definita “la più comune delle malattie rare”?

La malattia si manifesta con disturbi della forza muscolare. Il paziente ha difficoltà a muovere un braccio, a camminare o avverte piccole vibrazioni. All’inizio è abbastanza discreto, ma spesso si evolve rapidamente. In generale, il paziente vede un neurologo a Bastia o Ajaccio. E quando c’è il sospetto di SLA, è necessario rivolgersi a un centro specializzato a Marsiglia. Un elettromiogramma, che è un test abbastanza semplice, consente di vedere se le informazioni motorie vengono trasmesse male. È una malattia progressiva. Esiste un farmaco che viene somministrato per cercare di rallentare la progressione, ma al momento non esiste una cura. La malattia continua a progredire, nonostante il trattamento.

“La diagnosi ha un forte impatto psicologico”

La diagnosi precoce può prolungare la durata della vita e/o il comfort dei pazienti?

Lo screening ha pochissima influenza sulla prognosi. La SLA è una patologia dalla quale non esiste cura. Il farmaco ha solo un piccolo impatto. D’altra parte, la diagnosi ha un forte impatto psicologico. Non è come il cancro. Prima lo rileviamo, maggiori sono le possibilità di recupero. Per Charcot la fortuna non si perde. Una diagnosi precoce non è garanzia di miglioramento o conforto. È la stessa cosa per l’Alzheimer; Una diagnosi successiva significa tempo risparmiato in disattenzione. Ma capisco che il vagabondare della diagnosi sia stressante per i pazienti e gli operatori sanitari. L’importante non è la diagnosi, bensì il dopo.

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