Il Ministero dell’Agricoltura ha deciso di confinare nuovamente il pollame d’allevamento per evitare un’epidemia di influenza aviaria durante le grandi migrazioni di uccelli selvatici in autunno. La decisione viene mal accolta dagli allevatori della regione del Limosino.
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Ogni sabato vende il suo pollame e le sue anatre da ingrasso al mercato di Bellac. Didier Cotte, allevatore di Blond (87) è particolarmente scontento della nuova misura di contenimento adottata dal Ministero dell’Agricoltura. Rischia di fargli perdere ancora molto tempo e denaro: “Ci parlano di benessere degli animali. Ma per confinare il pollame dobbiamo preparare gli edifici, e questo non può essere fatto in un giorno. Abbiamo altro da fare.”
Il provvedimento è stato pubblicato venerdì 8 novembre sulla Gazzetta Ufficiale: “considerando la forte e persistente dinamica dell’infezione nei corridoi migratori e la diffusione del virus da parte di questi uccelli migratori che attraversano il territorio francese continentale”. Quello “mira a rafforzare le misure di sorveglianza e prevenzione”.
Casi di animali malati sono stati rilevati nei paesi dell’Est e in Germania.
Venerdì 8 novembre, un primo focolaio infettivo è stato confermato nel comune di Saint-Plaisir (03), a pochi chilometri dal dipartimento della Creuse.
Olivier Chaumeil, veterinario di Ambazac, non è assolutamente sorpreso: “Ho passato sabato nel mio giardino. Ho visto numerosi voli di gru provenienti dal nord-est e dalla Germania. I loro escrementi possono contenere il virus. Confinare il pollame è quindi una buona cosa in Francia.
La confederazione contadina e Modef hanno reagito venerdì 8 novembre in un comunicato stampa congiunto. L’obbligo di confinare tutto il pollame, e quindi di vietare la pratica dell’allevamento all’aperto, è per loro una decisione incomprensibile. “Anche la scelta di rinchiudere il pollame in tutta la Francia metropolitana solleva interrogativi, mentre solo una manciata di dipartimenti presentano casi di influenza aviaria negli allevamenti ed è in corso un esperimento sulla biosicurezza negli allevamenti all’aperto. Lo spiega la Confederazione contadina in un comunicato stampa. Le stesse regole valgono ogni inverno da diversi anni, senza che ne sia stata dimostrata l’efficacia. Come possiamo ancora chiuderci in questa negazione della realtà?
Le stesse regole valgono ogni inverno da diversi anni, senza che ne sia stata dimostrata l’efficacia. Come possiamo ancora chiuderci in questa negazione della realtà?
Estratto del comunicato della Confederazione contadina.
Quanto a Didier Cotte, il nostro allevatore di Blond (87), nonostante la sua rabbia, sa bene che alla fine dovrà conformarsi alla decisione del ministero, confinando anche il suo pollame.
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