Butti via questa parte dell’arancia? Sarebbe però ottimo per la salute del cuore

Butti via questa parte dell’arancia? Sarebbe però ottimo per la salute del cuore
Butti via questa parte dell’arancia? Sarebbe però ottimo per la salute del cuore
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Le bucce d’arancia finiscono quasi sempre nella spazzatura. Una pessima abitudine secondo i ricercatori dell’Università della Florida. Secondo un nuovo studio (in inglese), da loro condotto e pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, potrebbero essere particolarmente interessanti per la salute del cuore.

Gli scienziati hanno innanzitutto ricordato che alcuni batteri intestinali contribuiscono allo sviluppo di malattie cardiovascolari producendo, durante la digestione, composti chimici chiamati “Trimetilammina N-Ossido” (TMAO) e “trimetilammine” (TMA).

Di fronte a questa osservazione, hanno cercato di evidenziare un modo per ridurre la produzione di TMAO e TMA e infine hanno testato due tipi di estratti di buccia d’arancia. Dopo l’analisi, si sono resi conto che uno di essi era efficace nell’inibire la produzione di sostanze chimiche dannose. E che l’altro aveva al suo interno un composto chiamato feruloilputrescina capace di inibire significativamente l’enzima responsabile della produzione del TMA.

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“Si tratta di una nuova scoperta che evidenzia il potenziale sanitario precedentemente non riconosciuto della feruloilputrescina nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari”, ha affermato il dottor Yu Wang dell’Università della Florida, accogliendo con favore le nuove strade offerte da questa scoperta. “Questi risultati suggeriscono che le bucce d’arancia, spesso scartate come rifiuti nell’industria degli agrumi, possono essere riutilizzate per creare preziosi ingredienti che promuovono la salute, come integratori alimentari o ingredienti alimentari, fornendo nuove strategie terapeutiche per la salute del cuore.

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Ricordiamo che le malattie cardiovascolari costituiscono un insieme di disturbi che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni. Come sottolinea l’Organizzazione Mondiale della Sanità sul suo sito, il numero di decessi attribuibili a malattie cardiovascolari è stimato in 17,7 milioni, ovvero il 31% della mortalità globale totale. Di questi decessi, 7,4 milioni sono dovuti a malattie coronariche e 6,7 milioni a ictus.

Si noti che una cattiva alimentazione, la mancanza di attività fisica, il fumo e il consumo dannoso di alcol costituiscono i principali fattori di rischio per malattie cardiache e ictus.

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