Ricercatori francesi scoprono un meccanismo protettivo contro il cancro

Ricercatori francesi scoprono un meccanismo protettivo contro il cancro
Ricercatori francesi scoprono un meccanismo protettivo contro il cancro
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Secondo Le Figaro, ricercatori francesi dell’Ospedale universitario di Nantes e dell’Istituto nazionale di sanità e ricerca medica (Inserm) hanno scoperto un nuovo meccanismo in grado di proteggere dal cancro.

Secondo i ricercatori, essere ricoverati in ospedale per una grave infezione potrebbe ridurre il rischio di tumori, scrive la rivista.

Analizzando i dati ospedalieri di quasi quattro milioni di pazienti, questi scienziati hanno scoperto che le persone sopravvissute alla sepsi (una massiccia reazione di difesa dell’organismo a un’infezione virale come Covid o batterica) di origine polmonare, hanno meno rischi di sviluppare il cancro nei dieci anni successivi. anni rispetto ai pazienti ricoverati in ospedale per un’infezione meno grave.

«Finora si tendeva a pensare il contrario, ma i dati scientifici sono pochi e soprattutto limitati nella durata», afferma il professor Antoine Roquilly, anestesista-rianimatore dell’Ospedale universitario di Nantes e autore dello studio pubblicato sulla rivista Nature Immunologia, citato da Le Figaro.

Per confermare il risultato e comprendere meglio il meccanismo in gioco, gli scienziati hanno riprodotto l’esperienza della sepsi nei topi e hanno aspettato che guarissero prima di inoculare loro il cancro. Hanno osservato che, come negli esseri umani, si verificava un tasso inferiore di cancro ai polmoni e alla pelle nei roditori sottoposti a gravi infezioni.

Dopo aver analizzato tutte le cellule del sistema immunitario dei topi per identificare quelle alterate dalla sepsi, gli scienziati hanno puntato i riflettori sulle cellule permanentemente presenti nel tessuto polmonare per ripulirlo: i macrofagi. Dopo l’infezione, hanno presentato nuovi mediatori (in particolare la citochina CXCL16).

Un cambiamento che indica, secondo Antoine Roquilly, che “queste cellule dell’immunità innata hanno imparato a comunicare con i linfociti T per chiedere loro di rimanere nel polmone per difenderlo da pericoli futuri”.

Nel loro progetto di ricerca, durato quattro anni, gli scienziati hanno tentato di simulare la sepsi nei topi, senza esporli a rischi, e hanno sperimentato una molecola estratta dalle alghe marine, nota per i suoi effetti immunitari. E come previsto, la molecola, ben tollerata dai topi, ha stimolato i macrofagi.

Nella fase finale dello studio, i medici hanno analizzato campioni di tessuto polmonare di ex pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid grave.

Anche in questo caso le loro ipotesi furono confermate: le modificazioni sui macrofagi erano molto più marcate, in queste vittime di sepsi, che dopo un’infezione benigna.

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