cos’è questa malattia di cui è stato confermato un caso in Francia?

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Il Ministero della Salute vuole essere rassicurante. Non desta preoccupazione lo stato di salute del militare colpito dalla febbre di Lassa. Di ritorno dall’estero (senza specificare il Paese esatto), la sua diagnosi è stata confermata il 2 maggio.

Endemico in diversi paesi dell’Africa occidentale Benin, Ghana, Guinea, Liberia, Mali, Sierra Leone, Nigeria – dove contagia da 100 a 300.000 persone, la febbre di Lassa miete tra le 5.000 e le 6.000 vittime all’anno.

Sebbene sia asintomatico nell’80% dei casi, il virus può manifestarsi anche attraverso segni clinici aspecifici come febbre, nausea, dolori addominali, mal di testa, ecc.

Poi, nei casi più gravi, assume la forma di una febbre da fulmine. I sintomi peggiorano con la comparsa di edema, segni emorragici, versamenti pericardici e pleurici, ecc. Il tasso di mortalità complessivo è dell’1%. Quella dei pazienti con forme gravi può arrivare al 15%.

Come si trasmette la malattia?

Il principale serbatoio del virus Lassa è un piccolo roditore chiamato Mastomysnatalensis molti dei quali vivono vicino, o addirittura all’interno, delle case dei villaggi dell’Africa occidentale. Il virus contamina gli esseri umani attraverso il contatto con gli escrementi.

Può trasmettersi anche da persona a persona, soprattutto in ambito ospedaliero, attraverso il contatto con i fluidi biologici del paziente.

Prevenzione attraverso l’igiene

Prevenire la febbre di Lassa significa promuovere il bene” igiene comunitaria » (dice l’Oms) per evitare che i roditori entrino nelle case.

Tra le misure efficaci citeremo la conservazione dei generi alimentari in contenitori antiroditori, lo smaltimento dei rifiuti lontano dalle abitazioni… e la presenza di gatti.

Nessun vaccino

Sebbene siano attualmente in corso vari lavori per sviluppare un vaccino, attualmente non esiste un trattamento efficace. Gli antivirali utilizzati hanno solo un’efficacia limitata. Il che, per l’Istituto Pasteur potrebbe rappresentare un problema di sanità pubblica, perché il virus fa parte” agenti potenzialmente utilizzabili per il bioterrorismo”.

Fonte : Ministero della Salute e della Solidarietà, Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto Pasteur

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