Allo Stadium la rivincita di Supercoppa: Thiago Motta cerca la vittoria, Conceiçao in emergenza. A Bergamo Atalanta-Napoli vale il primo posto… e anche di più
Giornalista
18 gennaio – 08:29 – MILANO
Gli spareggi si giocano a torneo finito e non a 18 partite dalla fine, quindi la parola è fuori luogo, ma Atalanta-Napoli e Juventus-Milan, in corso oggi, non sono tappe come le altre, sono salite dolomitiche che rischiare di cambiare sensibilmente il volto della classifica di Serie A è significativo, lassù dove osano le aquile dello scudetto e poco più in basso, dove vengono assegnati i blasonati posti della Champions League.
Juve, solo 3 punti
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Si comincia alle 18 dallo Stadio di Torino: Juve-Milan. Chi cade si fa molto male. Diciamolo chiaro: la paura di assistere ad una partita come quella dell’andata, una delle peggiori della storia, esiste. Questa volta Thiago Motta non può permettersi un altro pareggio, dopo 13 in 20 partite. Quella di Bergamo ha mostrato una Juve in crescita, contro una squadra capace, e poteva esserci, ma oggi Thiago non ha alternative ai 3 punti. Vincere, superare la Lazio, addormentarsi almeno per una notte al quarto posto in Champions League, sorpassare la Fiorentina e sprofondare il Milan a -6 darebbero energia a una signora dalla fragile autostima, in attesa di svolte. Servirebbe una prova di personalità e spessore tecnico, con Koopmeiners finalmente protagonista e gli artisti protagonisti (Nico, Yildiz…). Thiago ha fatto bene a Bergamo con un modulo pensato per contenere: due centrocampisti pressanti al posto del centravanti (4-2-4). Adesso deve dimostrare di saper attaccare, dominare, vincere, segnare un centravanti e, per una volta, mantenere il vantaggio. Se il trasferimento dalla Francia fosse arrivato in tempo, Kolo Muani avrebbe giocato dopo un solo allenamento. Non proprio un attestato di stima per il recuperato Vlahovic, superato anche da Nico Gonzalez che stasera dovrebbe segnare 9 con Mbangula sulla fascia.
Milano per il collegamento
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Milan senza il miglior giocatore della stagione, Pulisic, e senza il centravanti titolare, Morata. Conceiçao ancora aggrappato ai due ex ammutinati di Fonseca, Theo e Leao, che gli hanno messo tra le braccia la Supercoppa Italiana e hanno ribaltato la partita a Como. Contro il Cagliari il tecnico ha visto il peggior primo tempo di sempre. Ha torto, quella contro la Juve a Riad è stata ancora peggiore, poi un rigore ingenuo di Locatelli e un autogol ribaltarono la semifinale. Il tecnico portoghese dovrà presentare un Milan più coraggioso per evitare di farsi mettere sotto dalla Juve come nel primo tempo arabo. Dovrà essere bravo a incidere con scelte e cambiamenti, come ha fatto a Riad. Meno felice ieri a Milanello per la scelta di parole inopportunamente omofobe per scherzare sul figlio e su Joao Felix. La missione del Diavolo è la stessa della Signora: vincere per sfondare. Raggiungere la Juve e arrivare alle soglie della zona Champions, con la partita in mano, sarebbe quasi un sigaro.
Conte, 50 speciali
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Antonio Conte declassa la partita della Gewiss e le toglie l’etichetta di “sfida di Campionato”. Dovrà farci i conti finché il Napoli sarà lassù, davanti a tutti. Ha invece ragione a considerare l’incrocio con la Dea un buon metro di paragone per calibrare la crescita della sua squadra. Dopo la misurazione dell’andata, lo scorso 3 novembre, lo disse chiaramente: “L’Atalanta è più forte di noi”. La sensazione, 76 giorni dopo, è che il divario di Maradona (0-3) si sia ridotto molto, perché il Napoli è cresciuto molto, perché ha anche un Lobotka ritrovato e un Neres trasfigurato e perché la Dea ha recentemente perso brillantezza, soprattutto in le sue stelle (CDK, Lookman). Come previsto, Conte è stato bravo a sfruttare il privilegio unico delle settimane senza coppe e ne ha approfittato per istruire tatticamente la truppa. Il Napoli ha acquisito una velocità nelle transizioni difensive che lo rende meno vulnerabile ai contropiedi ed è più efficace nell’attaccare le difese chiuse, grazie a triangolazioni offensive più veloci e meccanizzate. Tutto frutto del lavoro settimanale. La perdita di Kvara, immotivata, è stata compensata dalla freschezza tecnica del dilagante Neres. Conte, abile comunicatore, ieri ha ricordato le quattro stelle perdute rispetto al Napoli dello scudetto, trascurando le quattro grandi che gli sono state regalate: Buongiorno, McTominay, Lukaku, Neres. Il blocco tricolore, da Di Lorenzo a Politano, c’è ancora. Conte ha tutto per vincere. Lo sa bene. Espugnando il Gewiss Stadium, arriverebbero a 50 punti, lascerebbero l’ambiziosa Atalanta a -7 e metterebbero pressione sull’Inter, condannata a giocare di più, a stancarsi e ad esporsi a infortuni, come quelli di Calhanoglu e Mkhitaryan.
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Gasp cerca le stelle
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De Ketelaere è rimasto prigioniero del panettone. Dopo il bellissimo gol contro l’Empoli del 22 dicembre, ha gestito 4 partite insufficienti, compresa la Supercoppa. Lookman sta un po’ meglio, ma anche lui, a livello di gol, è fermo al 22 dicembre. Se l’Atalanta ha rallentato (3 pareggi consecutivi in Serie A, dopo la striscia record di 11 vittorie) è anche perché i due gioielli non brillano più come a Maradona: doppietta del nigeriano, assist del belga. Gasperini deve ritrovarli. Intanto ha trovato il gol del capocannoniere Retegui e attenzione: l’Atalanta può aver pareggiato 3, ma i risultati utili consecutivi sono diventati 15. Non perde in campionato da settembre. Una continuità da adulti, segno di personalità e consapevolezza che pesano tantissimo nello scontro diretto. La magica Dea del Gasp nasce il 2 ottobre 2016 proprio battendo il Napoli, dopo la rivoluzione giovanile. Contro il Napoli vuole tornare a vincere, arrivare a un solo punto, superare l’Inter e tenere il Grande Sogno a portata di mano, in attesa del mercato e di Scamacca. La partita contro la Juve ha evidenziato una condizione atletica in miglioramento, rispetto alla trasferta di Udine. Pesa tantissimo l’assenza dello squalificato Kolasinac, anima e principale motore di una difesa che ha perso l’esplosivo Kossounou. Come al solito, la felicità dell’Atalanta si giocherà sulla capacità di limitare i rischi della sua linea costituzionale alta e aggressiva. De Roon, messo alla prova dagli incursori veloci di Neres e Conte, dovrà reagire meglio di quanto abbia fatto contro Mbappé, Vinicius, Dele-Bashiru e Kalulu. Potrebbe essere un fattore. Torino e Bergamo ci diranno cose importanti. Un sabato italiano, non un sabato qualunque.