“La libertà è la cosa più cara”, riflette l’imam e teologo Tareq Oubrou sugli attentati contro Charlie Hebdo

“La libertà è la cosa più cara”, riflette l’imam e teologo Tareq Oubrou sugli attentati contro Charlie Hebdo
“La libertà è la cosa più cara”, riflette l’imam e teologo Tareq Oubrou sugli attentati contro Charlie Hebdo
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Dopo gli attentati del 7 gennaio 2015, Tareq Oubrou era uno delle migliaia di cittadini di Bordeaux riuniti per dire no alla barbarie. Il grande imam della moschea di Bordeaux e teologo, noto per le sue posizioni a favore dell’islam liberale, è spesso intervenuto in difesa della “convivenza” e della libertà di esprimere la propria religione nel rispetto delle leggi della repubblica. Dieci anni dopo gli eventi, ritorna allo “spirito di Charlie” e a ciò che resta da realizzare.

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Il grande imam di Bordeaux ricorda la manifestazione di Bordeaux dopo la tragedia di dieci anni fa. L’11 gennaio, la Place des Quinconces, la più grande di Francia, con i suoi dodici ettari, non poteva contenere i manifestanti.

All’indomani degli attentati, pPiù di 140.000 persone hanno marciato a Bordeaux in omaggio alle vittime degli attentati a Charlie Hebdo e Hyper Cacher, inneggiando al loro attaccamento alla libertà di espressione.C’erano migliaia di persone. Una manifestazione con dignità e rispetto. Non c’era odio”. ricorda Tareq Oubrou.

È stata davvero una dimostrazione che si addice alla nostra civiltà come la nostra, di fronte alla barbarie.

Tareq Oubrou,

Teologo e grande imam della moschea di Bordeaux (Gironda)

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L’incontro si è svolto in Place des Quinconces dove si prevede che nel pomeriggio verranno a manifestare circa 100.000 persone.

© Tweet di Jérémy Ballarin

Il 7 gennaio 2015, i fratelli Kouachi hanno fatto irruzione nei locali di Charlie Hebdo e hanno ucciso dodici membri della redazione del giornale satirico, tra cui i giornalisti e fumettisti Cabu, Wolinski, Charb, Tignous, Honoré, Bernard Maris ed Elsa Cayat.

A seguito di questo drammatico evento, il teologo ritiene che ciò debba ricordarci che “la nostra società è fragile“in seguito a questo delitto che è stato”perpetrato in nome di una religione il cui nome è Islam che tuttavia significa “pace”.

Resta anche, per lui, il nostro attaccamento alla libertà di espressione.che deve essere preservato.

La caricatura è un diritto. Anche l’espressione religiosa è un diritto, purché non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge.

Tareq Oubrou

Teologo, saggista e grande Imam di Bordeaux

Per lui “la libertà è ciò che gli sta più a cuore”. ed è la repubblica che è”al servizio della libertà di coscienza“. In Francia, la laicità permette di determinarne i limiti. “La laicità permette la blasfemia, ammette, ma anche l’espressione della fede. Libertà in entrambe le direzioni!

In quanto leader religioso, esorta i praticanti a sostenere la tolleranza. “I credenti devono imparare a sopportare le offese. La grandezza di una religione è anche la sua capacità di trascendere le critiche degli altri.

Non dobbiamo cedere al ritiro, all’esclusione, al fanatismo.

Tareq Oubrou,

Teologo e grande imam della moschea di Bordeaux

Oggi l’imam di Bordeaux sembra essere rimasto fedele al suo attaccamento ai valori repubblicani. Dice di insistere spesso nelle sue prediche sulla libertà, l’alterità, la convivenza. Naturalmente c’è ancora”lavoro approfondito da svolgere. I religiosi devono fare il loro lavoro, anche gli insegnanti devono insegnare la tolleranza, l’accettazione dell’altro, anche l’espressione dell’altro“.

Dopo gli attacchi e da allora, Tareq Oubrou è stata una di quelle voci che si sono sollevate per rifiutare una forma di fusione, di stigmatizzazione insensata della comunità musulmana e che minaccia le nostre società.

La comunità musulmana fa parte della società francese. Non è nell’interesse della società francese dividersi. Questi comportamenti barbarici mirano a dividere la nostra società. Non dobbiamo cedere a queste tentazioni…

Oggi, nonostante l’esperienza, non si acquisisce nulla. Tali tragedie ci ricordano che ognuno è custode di questa libertà, ma anche di una forma di vigilanza di fronte alle tesi, religiose e non, che alimentano l’odio e portano al terrorismo.

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