Tutti gli smartphone, i tablet e le cuffie venduti nuovi in Francia dovranno ora essere alimentati da un caricabatterie di tipo USB-C, secondo un decreto che entrerà in vigore sabato 28 dicembre – scadenza per la domanda fissata nell’Unione Europea (UE). Questa misura mira a ridurre gli sprechi e la moltiplicazione dei cavi.
E-reader, fotocamere, console di gioco, cuffie, nonché mouse e tastiere devono essere conformi a questo nuovo standard. Dalla primavera del 2026 si applicherà anche ai laptop.
Secondo le istituzioni europee, i caricabatterie scartati o inutilizzati rappresentano circa 11.000 tonnellate di rifiuti all’anno nell’UE. Le nuove normative dovrebbero consentire di ridurre la loro quantità annua di quasi 1.000 tonnellate.
La decisione dovrebbe avere anche un impatto finanziario, perché la misura impone la standardizzazione della ricarica rapida sui dispositivi e richiede che i nuovi dispositivi siano messi in vendita con o senza caricabatterie. Secondo la Commissione Europea ciò dovrebbe far risparmiare 250 milioni di euro all’anno; un importo relativamente piccolo a livello comunitario (poco più di 50 centesimi di euro pro capite).
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Uno standard già preso in considerazione dai produttori
L’entrata in vigore del provvedimento non dovrebbe, però, essere accompagnata da un cambiamento radicale. Dibattuto da diversi anni, lo standard è già stato ampiamente adottato dai produttori di dispositivi elettronici.
Apple, che ha dotato i suoi telefoni di caricabatterie sviluppati dalla marca, per un certo periodo ha manifestato la sua contrarietà all’adozione di questa norma, accusandola in particolare di “danno all’innovazione”. Ma l’azienda californiana ha finalmente abbandonato il braccio di ferro con l’UE commercializzando, a partire dal 2023, un nuovo modello (l’iPhone 15) dotato di porta USB-C.
D’ora in poi tutti i suoi prodotti (laptop, tablet e cuffie) sono compatibili con il caricabatterie universale. Molti brand concorrenti, come Samsung, Xiaomi e Google, hanno già adottato questo tipo di porta di ricarica.
Sono interessati anche i dispositivi ricondizionati
Un’adozione che l’Agenzia nazionale delle frequenze (ANFR) avrà il compito di monitorare in Francia. Le verifiche verranno effettuate direttamente presso i punti vendita e non presso i produttori. “Potremo recarci nei magazzini anche per tutto ciò che riguarda la vendita per corrispondenza”precisa all’Agence France-Presse Gilles Brégant, direttore generale dell’ANFR. Questa regola relativa alla data di ingresso nel territorio europeo vale anche per i dispositivi ricondizionati.
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“Anche se [un appareil] è relativamente vecchio, dal momento in cui è entrato nel mercato europeo prima della data in questione, ha il diritto di continuare a vivere sul mercato europeo”spiega il signor Brégant.
Quanto ai caricatori vecchi e inutilizzabili che ingombrano i cassetti, è vietato – come qualsiasi apparecchio elettronico – gettarli insieme agli altri rifiuti. Diversi siti web, in particolare quello di Ademe, elencano punti di raccolta idonei.
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