Come cambia il mondo. Anzi, come cambia l’Europa. In poco più di tre mesi la Dea è riuscita a capovolgerla. Basta riavvolgere il nastro e ci si rende conto: a Ferragosto l’Atalanta si inchina al Real nella prima Supercoppa disputata dai bergamaschi, i nerazzurri reggono per un’ora, poi Valverde e Mbappé li castigano; subito dopo parte il campionato e l’inizio dei nerazzurri è clamorosamente in salita, ko 2-1 in casa del Toro e 4 schiaffi dall’Inter a San Siro. La stagione sembra nata col piede sbagliato e invece
Invece a dicembre ci ritroviamo con una Dea che ha risalito la corrente in serie A con 9 vittorie consecutive, arrivando per la prima volta nella sua storia in testa dopo 15 giornate, mentre in Champions finora ha subito solo due pari da Arsenal e Celtic, ma viaggia saldamente tra le prime otto che andranno direttamente agli ottavi. Il Real, invece, dopo aver sollevato la Supercoppa si è perso per strada: nella Liga insegue il Barça dopo aver preso 4 gol in casa dagli eterni rivali e dopo aver ceduto anche a Bilbao, e in Champions ha già registrato tre incredibili ko a Lilla, a Liverpool e persino in casa con il Milan, con il risultato che i blancos arrivano a Bergamo guardando l’Atalanta dal basso del loro 24° posto nel classificone, appena appena sopra la linea della bocciatura.
E Atalanta-Real diventa persino un ribaltone tra due allenatori che rappresentano il meglio della nostra scuola, anche se Ancelotti ha dominato e vinto in lungo e in largo per tutta Europa, mentre il Gasp ha colto il suo primo trofeo con l’ultima Europa league. Due tecnici che hanno un minimo comune denominatore juventino (nei due anni e mezzo di Carletto alla guida della Signora, Gian Piero era il mister della Primavera bianconera), una frequentazione accomunata dal poco credito riscosso da quelle parti, dove uno non è mai stato amato e l’altro valorizzato. Ancelotti e il Gasp che si dichiarano da sempre grande stima reciproca e che si conoscono fin troppo bene.
Ma questa volta sarà Carlo a dover temere il Gasp, perché uno scivolone anche a Bergamo potrebbe persino pregiudicare la stagione dei campioni uscenti, mentre una vittoria nerazzurra consoliderebbe l’Atalanta ai piani altissimi della nuova superChampions, magari con l’idea di diventare la prima italiana anche nella classifica europea. Perché nel calcio la proprietà transitiva non vale, ma se l’Atalanta ha steso il Milan e i rossoneri hanno surclassato questo Real
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