Un errore grossolano, che non è di certo passato inosservato. La maglia di Dovbyk, o meglio di “Dobvik”, indossata dalla punta giallorossa nella sfida contro l’Atalanta è divenuta subito virale sui social network. “Ma come ha fatto la Roma a sbagliare la stampa del nome dell’attaccante ucraino in quel modo?” è la domanda che tutti si sono posti nelle ultime ore. In realtà non è la Roma a stampare il nome sulle maglie, o meglio a comporlo con lettere singole sul momento per ogni giocatore, come qualcuno avrà avuto modo di vedere magari in qualche store. La procedura, infatti, è ben diversa.
La Serie A si affida a Still Screen
Da ormai un decennio, ma in maniera invece esclusiva dal 2020, la Serie A ha affidato all’azienda “Still Screen” della famiglia Acatti la produzione del font unico per numeri e maglie; la stessa azienda produce anche le patch della Serie A, della Coppa Italia e dello Scudetto. Per ogni giocatore vengono prodotti, quindi, slot da 100 adesivi pre-compilati, così è avvenuto anche per Dovbyk.
E allora com’è potuto accadere l’incredibile errore?
Un mix di disattenzioni. La prima dell’azienda che ha prodotto un adesivo “fallato” e spedito a Trigoria, il secondo del dipendente che, nel momento della stampa di diverse maglie in serie, lo ha applicato senza rendersi conto dell’errore grammaticale, ma che non ha quindi colpe di una composizione del nome errata. Il terzo, meno grave ma sicuramente singolare, quello del calciatore stesso (o di qualche compagno), che non si è accorto dell’errore. Di certo, di una cosa siamo sicuri: dopo ieri, Dovbyk avrà d’ora in poi sempre il nome corretto stampato sulla sua maglia.
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