WVedendo Zayn Malik esibirsi stasera, è difficile immaginarlo negli One Direction, una band le cui vivaci esibizioni un tempo riempivano gli stadi di tutto il mondo. Naturalmente Malik è sempre stato quello timido, tanto che alla fine lasciò il gruppo per “essere un normale ventiduenne”. Si è avventurato come artista solista e si è assicurato un successo di successo con Pillowtalk, ma poi sembrava riluttante a continuare a inseguire il successo commerciale. Allo stesso modo era riluttante ad andare in tournée: cancellò le prime apparizioni, citando ansia e mancanza di fiducia, e per un certo periodo sembrò che non si sarebbe mai più esibito dal vivo.
Ciò è chiaramente cambiato. Dopo aver inizialmente posticipato la tappa americana del suo tour in seguito alla morte dell’ex compagno di band Liam Payne – a cui Malik rende omaggio alla fine dello spettacolo con una proiezione che recita “Ti amo fratello” – i fan stasera sembrano felici che sia tornato sul palco. Il suono delle urla sembra che possa frantumare le ossa, e non diminuisce mentre si lancia in una serie di canzoni dal suo ultimo album, il blues Room Under the Stairs.
Tuttavia, Malik rimane un artista introverso. A differenza della presenza galoppante dell’ex compagno di band Harry Styles, per lo più trascorre il set immobile, sequestrato dietro un semicerchio protettivo di monitor da palco, facendo un passo indietro solo per sorseggiare una tazza di tè. Canta per lo più con gli occhi chiusi, afferrando l’asta del microfono come se la sua vita dipendesse da questo. Anche quando la musica sembra richiedere l’ondeggiare dei fianchi o lo strascicare dei piedi, come nella spavalderia da bar di Dreamin o nel groove scintillante di Bordersz, Malik è titubante, come se avesse paura di mettersi in imbarazzo. “Ti piace?” chiede con incertezza. Quando la folla risponde con urla, sembra sollevato: “Va bene”.
Sarebbe noioso se non fosse per la sua voce sorprendente: una volta immacolata, ora ha una splendida qualità invecchiata. Scivola attraverso le ottave con esecuzioni vocali ipnotiche, piombando nel suo falsetto durante It’s You. Anche la sua band e i coristi sono eccellenti, favorendo un’intimità che ti fa sentire come se ti fossi imbattuto in una jam session riuscita. Alla fine, anche Malik sembra divertirsi. Difficilmente riempirà di nuovo gli stadi, ma con qualche spettacolo in più e un po’ di sicurezza, potrebbe diventare un affascinante artista dal vivo.
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