“Vergogna”, “scandalo”… diversi leader di sinistra si sono indignati mercoledì per l'”immunità” di cui gode il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Francia, nonostante un mandato d'arresto della Corte penale internazionale (CPI).
“La Francia ancora una volta soddisfa le richieste di Benjamin Netanyahu scegliendo lui invece della giustizia internazionale”, ha denunciato su X la capo degli ecologisti, Marine Tondelier, denunciando “una vergogna”.
Il Ministero degli Affari Esteri francese ha annunciato mercoledì in un comunicato stampa che il primo ministro israeliano beneficerà in Francia delle “immunità degli Stati non parti della CPI”, come nel caso di Israele, previste dal diritto internazionale.
“Tali immunità si applicano al primo ministro Netanyahu e agli altri ministri interessati” da un mandato d’arresto della Corte, ha precisato il Quai d’Orsay.
“Sicuramente è stato +l'accordo+ che la Francia fosse citata nell'annuncio ufficiale del cessate il fuoco in Libano pubblicato ieri congiuntamente da Francia e Stati Uniti”, ha aggiunto Marine Tondelier, qualificando questa “immunità” da “errore storico molto, molto grave”. .
“Non si tratta piuttosto di 'impunità'?”, si è chiesto sul social network il coordinatore di France Insoumise Manuel Bompard, giudicando in un secondo messaggio la posizione francese “totalmente scandalosa”.
“La Francia è firmataria dello Statuto di Roma: deve applicarne le regole senza nascondersi dietro argomenti giuridici già ampiamente smantellati”, ha affermato.
Quanto al primo segretario del PS, Olivier Faure, si è “pentito” di questa posizione davanti alla stampa dell'Assemblea. “Abbiamo una bussola che deve continuare a indicare un nord comune e questa bussola è il diritto internazionale e presuppone che non ci siano eccezioni”, ha spiegato, giudicando che “tutto ciò che si sta scrivendo in questo momento dà un’immagine molto degradata della diritto internazionale.
Oltre a Netanyahu, la Corte penale internazionale la scorsa settimana ha emesso un mandato d'arresto contro l'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant – nonché contro il capo del braccio armato palestinese di Hamas Mohammed Deif – per crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Un articolo dello Statuto di Roma del 1998 che istituisce la Corte penale internazionale affronta la questione dell’immunità per i leader dei paesi che non riconoscono la Corte, sebbene possa rimanere aperto a varie interpretazioni.