Dall’inizio del 2024, quasi 2.000 olim francesi hanno scelto di stabilirsi in Israele, un aumento del 100% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ha riferito il 20 novembre in un comunicato stampa del Ministero dell’Aliyà e dell’Integrazione.
Due giorni prima, all’aeroporto Ben Gurion era atterrato un volo speciale con 80 nuovi immigrati provenienti dalla Francia, alla presenza del ministro Ofir Sofer.
Questa cifra “illustra quindi l’ascesa al potere dell’aliya francese e l’impegno del ministero a continuare a sostenere gli olim con un sostegno personalizzato”, ha scritto il ministero.
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Di fronte ai timori economici e ai tagli di bilancio legati alla guerra in corso, il testo ha voluto anche “rassicurare gli olim attuali e futuri: il paniere di integrazione e i benefici concessi ai nuovi immigrati sono mantenuti nella loro interezza”.
Olim dalla Francia e il Ministro dell’Aliyà e dell’Integrazione Ofir Sofer, in viaggio per Tel Aviv, 18 novembre 2024. (Credito: Noga Masla / GPO)
“A seguito di intense discussioni con il Ministero delle Finanze, il Ministero dell’Aliyà e dell’Integrazione è riuscito a preservare tutti i benefici concessi a olim, nonostante i tagli di bilancio imposti a tutti i ministeri a causa della situazione di sicurezza. Queste riduzioni non incidono sui servizi essenziali, compreso il paniere dell’integrazione, che costituiscono la base di un’integrazione riuscita”, si legge.
Ofir Sofer afferma quindi che nel 2025 “il ministero continuerà a promuovere iniziative per rafforzare e facilitare la loro integrazione. Aliyah è una forza vitale per lo Stato di Israele e i numerosi immigrati che scelgono di venire in questo momento dimostrano la loro fede nella nostra visione e nei nostri valori”.
Tra le iniziative già messe in campo dal suo dicastero in questo senso: consulenti personali per facilitare il processo di integrazione; una riduzione fiscale per l’acquisto di alloggi da parte di olim; un dipartimento dedicato per incoraggiare l’aliya di medici e operatori sanitari e facilitare la loro integrazione; assistenza abitativa di 2.000 shekel per gli olim che si stabiliranno in Galilea, nel Negev o in Giudea e Samaria; e programmi universitari adattati alle esigenze linguistiche degli olim per facilitare la loro integrazione negli istituti di istruzione superiore.
Lo scorso agosto, l’Organizzazione Sionista Mondiale lo ha quasi spiegato
30.000 persone sono immigrate in Israele dal 7 ottobre 2023, segnando una netta inversione di tendenza dopo che i dati sull’immigrazione sono crollati nei mesi successivi al pogrom di Hamas.
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