Martedì 26 novembre la Corte d'appello di Parigi ha respinto la prescrizione avanzata da Alexis Kohler e ha così confermato il procedimento contro il segretario generale dell'Eliseo per essersi interessato illegalmente all'inchiesta sui suoi legami familiari con l'armatrice MSC, secondo un fonte vicina alla questione a Mondo. Questa decisione potrebbe essere oggetto di ricorso da parte del signor Kohler e degli altri due imputati.
Il braccio destro di Emmanuel Macron è incriminato dal 2022 per acquisizione illegale di interessi per aver partecipato come alto funzionario dal 2009 al 2016 a diverse decisioni relative all'armatore italo-svizzero gestito dai cugini di sua madre, la famiglia Aponte.
La Camera d'inchiesta aveva esaminato a porte chiuse il 1È Nell'ottobre 2012 è stata accolta la richiesta del sig. Kohler, imputato per la prima volta per fatti risalenti agli anni 2009-2012, quando ricopriva l'incarico di rappresentante dell'Agenzia statale per la partecipazione (APE) nel consiglio di amministrazione di STX France (ora Chantiers de l 'Atlantique) ma anche nel consiglio di amministrazione del Grand Port Maritime du Havre (GPMH). È quindi sospettato di aver partecipato, tra il 2012 e il 2016, alle scelte sui dossier che coinvolgevano la MSC a Bercy, nel gabinetto di Pierre Moscovici e poi di Emmanuel Macron.
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Una decisione “soddisfacente”, secondo il legale di Anticor
Fin dall'inizio, la difesa di Alexis Kohler sostiene, da un lato, di essersi sempre tenuto lontano da qualsiasi decisione relativa a MSC e di aver informato i suoi superiori dell'esistenza di legami familiari “ben oltre i suoi obblighi etici”. D'altro canto garantisce, al termine di un calcolo giuridico, che almeno una parte dei fatti, anteriori al 2014, siano prescritti.
Martedì, la Camera d'inchiesta ha adottato una posizione diversa da quella della Procura generale della Corte d'appello e da quella seguita da tempo dalla Procura nazionale delle finanze in questo caso, adeguandosi alla visione dei magistrati inquirenti. La Camera d'inchiesta ha infatti confermato un'ordinanza dell'aprile 2023 con la quale i gip hanno ritenuto che i fatti non fossero prescritti, in particolare a causa della “atti positivi da nascondere” questo conflitto di interessi attribuito al signor Kohler.
Due ex dirigenti dell'APE, Bruno Bézard (2007-2010) e Jean-Dominique Comolli (2010-2012), implicati per la loro “patto del silenzio” con il signor Kohler che risulterebbe da a “imbarazzo” di fronte a questa situazione, avevano anche sostenuto che tali fatti erano prescritti, ma la corte d'appello ha respinto i loro ricorsi.
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Jean-Baptiste Soufron, avvocato di Anticor, parte civile in questo caso, ha ritenuto affermativa la decisione “soddisfacente, soprattutto alla luce dei numerosi tentativi di insabbiare il dossier, anche da parte dello stesso presidente”. « Resta però il problema di dare finalmente accesso ai sigilli del dossier all'associazione Anticor e di sapere cosa sta succedendo con l'indagine fallita della Commissione europea rivelata dalla stampa sulle sovvenzioni messe in atto dal signor Kohler quando era nell'ufficio del ministro delle Finanze »ha aggiunto. Contattato, Eric Dezeuze, avvocato di Alexis Kohler, non ha voluto commentare.