Boualem Sansal, prigioniero… e ostaggio di un regolamento di conti diplomatico e mediatico

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Lo scrittore franco-algerino, arrestato ad Algeri il 16 novembre, si trova al centro di due “guerre” che lo superano: le forti tensioni tra Francia e Algeria, e le violente controversie che agitano il panorama intellettuale e mediatico francese.

Il romanziere franco-algerino Boualem Sansal (qui a Parigi, 4 settembre 2015). Foto Joël Saget/AFP

Di Olivier Pascal-Moussellard

Pubblicato il 25 novembre 2024 alle 16:30

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OPuò quindi essere sia messo in prigione che preso in ostaggio. Per essere vittima di questa doppia punizione, il tuo nome deve essere Boualem Sansal. In carcere, il romanziere franco-algerino, autore tra l'altro di Giuramento barbaro un te Villaggio tedesco, è stato arrestato dal 16 novembre scorso quando era sceso dall'aereo appena atterrato ad Algeri, e subito accusato di“attacco all’unità nazionale”. Ma forse non è la prigionia di un grande scrittore a preoccuparci di più: è la sua presa in ostaggio. Da dieci giorni Boualem Sansal è infatti il ​​bersaglio e il pretesto di due “guerre” che non riesce a raggiungere. Il primo è l’improvviso aumento delle tensioni tra il regime autoritario di Algeri e la politica estera di Emmanuel Macron sullo status del Sahara Occidentale. Affermando, il 29 ottobre nello stesso Marocco, che « per la Francia, il presente e il futuro di questi territori rientrano nel quadro della sovranità marocchina », Emmanuel Macron ha provocato le ire dei generali algerini e la risposta non si è fatta attendere.

Ma Boualem Sansal è anche ostaggio di un secondo regolamento di conti – interno, questo – che riaffiora con la regolarità del metronomo nel panorama mediatico e intellettuale francese. Tra i patetici insulti di Pascal Praud che accusa Thomas Snégaroff e gli ospiti del suo spettacolo La politica C (tra cui Benjamin Stora) in ginocchio davanti ad Algeri, da un lato, e le goffe contorsioni del politico Nedjib Sidi Moussa che trasforma Boualem Sansal nello scagnozzo di Eric Zemmour, dall'altro, abbiamo visto passare i proiettili tutto il fine settimana. e si temeva che il romanziere si prendesse un proiettile vagante.

L'appello per la sua immediata liberazione, sul sito del settimanale Il puntofirmato da decine di autori come Annie Ernaux e JMG Le Clézio, Orhan Pamuk, Roberto Saviano o Wole Soyinka, basterà a costruire una bolla protettiva attorno allo scrittore? Niente è meno certo: sfruttato da Stati che non smettono di leccarsi le ferite narcisistiche, media affamati di scontro e ricercatori dal tempismo traballante, Boualem Sansal subisce la sorte di tutti gli ostaggi politici: non importa davvero di cosa sia accusato, il suo destino si sta attualmente svolgendo altrove – e soprattutto senza di lui.

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